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Politica Belvedere Ostrense

Circoli chiusi, il sindaco scrive al Presidente del Consiglio e al ministro della Salute

La missiva con la quale il primo cittadino chiede di rivedere la decisione contenuta nell'ultimo Dpcm: «I circoli vivono solo per vedere il sorriso in chi li frequenta»

«La chiusura dei circoli è un provvedimento che penalizza soprattutto i piccoli comuni». E' la premessa con la quale il sindaco di Belvedere Ostrense, Sara Ubertini, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo di rivedere la decisione adottata con l’ultimo Dpcm. La missiva è stata inviata anche al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. «I circoli presenti nel territorio comunale si trovano in difficoltà economica nella normalità e l’unica ragione che spinge i gestori a tenere aperta l’attività è esclusivamente quella di vedere il sorriso di un belvederese nel sorseggiare un caffè o nello scambiare un’opinione, una battuta ed una chiacchiera con un altro concittadino -ha scritto il sindaco Ubertini- Tutti noi siamo consapevoli che il periodo storico che stiamo attraversando è forse uno dei più difficili del dopoguerra, in considerazione dell’emergenza sanitaria conseguente al Covid-19 e del disagio socio-economico che detta pandemia ha provocato e provocherà nei prossimi mesi (forse anni) e che la gestione di siffatta emergenza è cosa per nulla facile, assolutamente ardua e difficoltosa. Trovo però che il provvedimento adottato dal Governo penalizzi in maniera particolare le nostre piccole realtà ed allora ho ritenuto giusto farmi portavoce del nostro disagio, chiedendo ai destinatari della mia missiva quale sia  la differenza tra un circolo del Comune di Belvedere Ostrense che fa circa 2.000 abitanti ed in cui di fatto gli avventori sono quasi tutti tesserati e quindi facilmente individuabili (anche perché, oltretutto, ci conosciamo tutti per nome e cognome), ed un bar di un centro e/o di una città più grande, in cui transitano migliaia di persone, peraltro in larga misura sconosciute».

In conclusione della lettera, il sindaco sottolinea che «è facile chiedere agli italiani di resistere; più difficile fornire loro le ragioni e le motivazioni per una resilienza, soprattutto se poi il peso del sacrificio non viene suddiviso in parti uguali. Ed io credo che questo sia il compito della politica vera, quella che riconduce ai valori della “polis” e che, come teorizzata da Platone, deve essere un organismo educativo collettivo nei confronti del singolo, finalizzato al bene comune».
 

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