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Tensioni per le centrali biogas: scontro tra Regione e comitati

Giunta Spacca: "Serve la documentazione di VIA per gli impianti autorizzati". I comitati: "No alle autorizzazioni incostituzionali. Vogliamo lo smantellamento delle centrali a biogas"

Incontro ieri mattina nell'ex sede della I Circoscrizione di Ancona del Coordinamento Terre Nostre Marche per fare il punto sulla situazione relativa agli impianti biogas. Arrabbiati e pronti alla contestazione, i comitati che hanno partecipato tra cui quelli di Jesi, Monsano, Camerata Picena, Vallesina, Osimo, Loro Piceno e Monte San Giorgio.
Al centro della questione il "Pacco di Natale" ovvero, la proposta di legge della giunta Spacca risalente al 16 dicembre 2013. Questa, ancora da approvare in consiglio regionale, imporrebbe alle centrali biogas già autorizzate, la documentazione di VIA (valutazione impatto ambientale) di cui però non sono in possesso in quanto la legge regionale 2012 è stata dichiarata incostituzionale.

La nuova proposta di legge consentirà alla giunta Spacca di evitare il risarcimento di 13milioni di euro per gli impianti dichiarati illegittimi dal Tar: Corridonia, Camerata Picena, Monsano e Osimo. "La Regione Marche anziché annullare le autorizzazioni in quanto incostituzionali ha cambiato il regolamento delle autorizzazioni. Noi vogliamo che gli impianti vengano smantellati- commenta il presidente Terre Nostre Marche, Massimo Gianangeli-. Sulla questione biogas ci sono delle responsabilità politiche precise e queste devono emergere. I consiglieri regionali devono prendersi le proprie responsabilità personali".

Ma i comitati contro le centrali biogas non si arrendono. "Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con il presidente di commissione Giancarli. Ci aspettiamo di essere convocati. Faremo sentire la nostra voce, sia fuori che dentro la commissione" riferisce ancora Gianangeli.
"Non c'è la necessità di utilizzare fonti rinnovabili per rilanciare l'industria. Le rinnovabili incidono sui costi delle fatture dell'energia per il 30% e pesano soprattutto sulle PMI. Non è vero che se non facciamo gli impianti, veniamo commissariati dall'Unione Europea" afferma Walter Bufalini, vice presidente Terre Nostre Marche.
"L'impianto di Monte Giorgio non è ancora stato autorizzato. L'intervento dei cittadini è stato fondamentale per il rallentamento della sua realizzazione. Da mesi ci dicono che le responsabilità sono tecniche in verità sono politiche" sostiene Alessio Colantoni per il comitato di Monte Giorgio.
"Stiamo seguendo con interesse le vicende del consiglio regionale delle Marche. Ci aspettiamo che la Giunta paghi per tutto quello che ha fatto e possa essere da esempio per altre realtà" dice telefonicamente Michele Corti, presidente nazionale Terre Nostre Marche.

Intervenute all'incontro, anche due parlamentari del Movimento 5 Stelle. "Prendo l'impegno di portare in Parlamento questa problematica. Il comportamento di Spacca e della Giunta è assurdo, lo porterò di fronte alla Commissione Giustizia" dichiara la rappresentante in Parlamento Movimento 5 Stelle, Donatella Agostinelli.
"A marzo in Parlamento, porteremo una mozione sul Biogas per spiegare come deve essere fatta una legge in base alle direttive europee" commenta Patrizia Terzoni del Movimento 5 Stelle, segretario VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici).

Diverse le iniziative pensate dal Coordinamento Terre Nostre Marche. Firma di istanze di revoca delle autorizzazioni, una rivolta alla Regione Marche e una rivolta al Gse, una nota che aiuti i consiglieri regionali a decidere e infine, continueranno a scrivere alla Procura della Repubblica.

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