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Caso Ridolfi, polemica Mangialardi-Saltamartini: «Il rispetto andava dimostrato riconoscendo un diritto»

L’assessore regionale alla salute non ha risposto all’interrogazione del capogruppo del Pd sul tema Ridolfi

ANCONA - «Non è con il silenzio, né con la fuga dalle proprie responsabilità che la giunta Acquaroli può lavarsi la coscienza rispetto al danno arrecato a Fabio Ridolfi, a cui il servizio sanitario regionale ha negato il diritto ad accedere al suicidio assistito, nonostante il Comitato etico dell’Asur gli avesse riconosciuto la sussistenza dei quattro requisiti individuati dalla sentenza della Corte Costituzionale Cappato/Dj Fabo. Aver evitato di rispondere all’interrogazione presentata dal Partito Democratico non è, come ha tentato di giustificarsi l’assessore Saltamartini, una forma di rispetto per la morte di Fabio, ma l’ennesimo affronto alla sua persona. Un affronto che si aggiunge a quello del ritardo di ben 40 giorni con cui gli è stato comunicato il parere favorevole del Comitato etico e a quello che ha visto l’Asur non esprimersi sul farmaco da utilizzare e sulle relative modalità di somministrazione. Una vera e propeia vergogna, perché pur nei vulnus presenti nella sentenza Cappato/Dj Fabo, dopo quanto avvenuto con la storia di Mario negli scorsi mesi, il quale è riuscito alla fine a vincere la sua battaglia, l’Asur era nelle condizioni di velocizzare la procedura e consentire a Fabio una fine serena, in linea con la sua volontà. Invece no, Saltamartini e l’intera giunta regionale hanno preferito rifugiarsi nel “burocratismo” e abbandonare Fabio alle sue sofferenze, nascondendosi tra le pieghe della legge perché incapaci perfino di rivendicare pubblicamente il loro furore ideologico. Una cosa però la devono sapere: hanno negato a Fabio un diritto, non certo la dignità. Quella dignità che domenica sera, in piazza a Fermignano, insieme alla famiglia, agli amici e all’intera comunità, ho potuto apprezzare insieme alla consigliera Vitri. Quella dignità che alla giunta regionale è completamente mancata».

Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi ha commentato il rinvio della discussione sull’interrogazione da egli presentata insieme al suo gruppo sulla vicenda di Fabio Ridolfi, il 46enne tetraplegico scomparso nella tarda serata di ieri sera.

«Sapevamo - conclude Mangialardi - di non poterci aspettare altro da questa giunta, che quando si parla di questi temi non perde occasione di anteporre le proprie convinzioni politiche allo Stato di diritto. Ciò, però, rende ancora più urgente che, dopo il mancato svolgimento del referendum sull’eutanasia legale e il protrarsi delle difficoltà che impediscono al Parlamento di legiferare sulla questione, il governo metta mano a un’apposita circolare che superi i vuoti presenti nella sentenza Cappato/Dj Fabo dove purtroppo si insinua subdolamente la volontà di chi intende ostacolare in ogni modo l’applicazione della sentenza stessa, allungando i tempi e il dolore delle persone che vorrebbero porre fine alle proprie insopportabili sofferenze».

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