Conto Ausur pagato dall'assessore, acceso scontro tra Saltamartini e Carancini
Discussione riguardo un fatto risalente alla primavera dell'anno scorso quando un paziente ricoverato all'ospedale di comunità di Recanati (dal 21 gennaio al 6 maggio 2020) si è visto recapitare a casa una fattura da circa 2.000 euro. Fattura che ha provveduto a pagare lo stesso assessore leghista
Acceso scontro in consiglio regionale tra l'assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, e il consigliere Romano Carancini (Pd) con il primo che annuncia querela nei confronti del secondo. Ad accendere la miccia l'interrogazione presentata dai dem 'Saldo fatturazione Asur Marche da parte dell'assessore alla Sanità' su un fatto risalente alla primavera dell'anno scorso quando un paziente ricoverato all'ospedale di comunità di Recanati (dal 21 gennaio al 6 maggio 2020) si è visto recapitare a casa una fattura da circa 2.000 euro. Fattura che ha provveduto a pagare lo stesso assessore leghista.
«La persona era stata ricoverata il 22 gennaio 2020 all'ospedale di comunità di Recanati ed il 23 marzo è stato sottoposto a tampone risultando positivo al Covid- premette Saltamartini-. Il paziente ha chiesto di fare la quarantena in ospedale da cui è stato dimesso il 6 maggio. Per questa quarantena l'Asur ha richiesto il pagamento di una quota alberghiera ma questa persona ha contestato la pretesa creditizia tramite una lettera dell'avvocato non ricevendo risposta». A quel punto l'ex sindaco di Cingoli con un bonifico di 1.916,50 euro si è fatto personalmente carico delle spese sostenute dall'uomo che nel frattempo aveva esposto un paio di mutande fuori dall'abitazione per protestare contro il conto che gli era stato presentato. «Ho verificato che questa persona non poteva non aver avuto diritto all'assistenza ospedaliera fino al 6 maggio e quindi, prima di avviare gli opportuni accertamenti, ho ritenuto di pagare personalmente la quota pretesa dall'Asur e intanto di chiedere spiegazioni all'azienda- continua Saltamartini-. L'Asur riteneva la sua pretesa fondata perché, secondo l'azienda, il paziente aveva già il Covid il 22 gennaio e quindi non c'era stata una modifica della ragione per la quale era stato ricoverato. Io penso che chi ha l'onore di servire la P.A. possa utilizzare anche la sua indennità per garantire l'effettività del mandato amministrativo. Preciso che non conosco il cittadino e non ho pubblicizzato io il fatto».
Saltamartini difende la sua decisione. «Già l'anno scorso impiegai un anno di indennità da vicesindaco per acquistare mascherine per cittadini- conclude Saltamartini-. Ho ritenuto di dover intervenire perché il cittadino non aveva ricevuto alcun riscontro pur essendosi rivolto ad un avvocato. Questo può avvenire nei paesi non democratici mentre nei paesi democratici deve essere garantita la piena cittadinanza. Ho pagato una prestazione che ritengo non dovuta». Di altro parere l'ex sindaco di Macerata, Carancini. «Saltamartini è un bugiardo politico- premette Carancini-. Era stato informato delle ragioni per le quali era stato richiesto il pagamento al paziente. È evidente che vi sia una delegittimazione della struttura sanitaria perché non è naturale che un assessore regionale decida di pagare un compenso dovuto da un utente nonostante la sua struttura tecnica gli spieghi perché lo ha chiesto. Un atto di una gravità assoluta: ho una fortissima disistima nei confronti dell'assessore». Parole che hanno suscitato l'ira dell'assessore alla Sanità il quale, riprendendo la parola in Aula, ha annunciato che «il consigliere Carancini sarà querelato e dovrà rispondere al giudice di quello che ha detto oggi e nel corso dei precedenti mesi».