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“Brand, le Marche delle Università”: domani la mozione in consiglio regionale

L’obiettivo dichiarato dai dem è quello di progettare un piano di valorizzazione di tutta la regione sia in termini di attrattività che di saperi

Verrà discussa domani in Consiglio regionale la mozione “Brand ‘Le Marche delle Università’” presentata dal gruppo assembleare PD e promossa dal consigliere Romano Carancini. L’impegno richiesto alla giunta regionale è quello di assumere un'iniziativa legislativa  per l’istituzione di un tavolo di confronto permanente, ad oggi non ancora esistente, tra Regione Marche, i quattro atenei regionali (con sede ad Ancona, Camerino, Macerata e Urbino), le due Accademie di Belle Arti (con sede a Macerata e Urbino), e i due conservatori (di Fermo e Pesaro), questi ultimi rientranti come le Accademie di Belle Arti nel circuito delle istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Sostanzialmente i consiglieri dem propongono la definizione di un modello di sinergia istituzionale-formativa che indirizzi la Regione Marche in modo programmatico e a lungo termine, sia a livello di azioni che a livello di risorse. L’obiettivo è quello di approfondire tutti i temi legati alla “Terza Missione” delle università, che per definizione si affianca alle due missioni “tradizionali” ovvero insegnamento e ricerca e che riguarda l’insieme delle attività con le quali gli atenei interagiscono direttamente con la società e il proprio territorio di riferimento, per promuovere l’immagine delle “Marche delle Università” e progettare un piano di valorizzazione di tutta la regione sia in termini di attrattività che di saperi, con vantaggio in visibilità e in crescita economica.

«È essenziale - secondo il consigliere Romano Carancini - che il governo regionale comprenda l’importanza di una dialogo stabile e continuativo con le università e le equiparate istituzioni di alta formazione che rappresentano degli interlocutori fondamentali in quanto attori principali del territorio. Oltre ai temi primari legati allo sviluppo economico e alla valorizzazione della regione, le esperienze del sisma e del Covid ci insegnano l’importanza della conoscenza applicata: programmare idee e risorse per mettere a frutto quel capitale del sapere di cui disponiamo grazie alle università è un approccio più che opportuno ormai, sia in condizioni ordinarie che straordinarie». Il territorio della regione Marche, seppur non vasto nelle sue dimensioni, concentra quattro università, due accademie e due conservatori che richiamano un'utenza di circa 50.000 iscritti con un significativo fattore di mobilità nella fruizione del territorio stesso; inoltre l’offerta formativa interessa gli ambiti umanistici, scientifici, tecnici, artistici e musicali. «Nei fatti possiamo già parlare di un brand “Le Marche delle Università” - conclude il consigliere Romano Carancini - che, grazie alla qualità e alla completezza della proposta  formativa, determina un valore aggiunto per il settore non solo culturale, ma anche turistico, sociale ed economico dell'intera regione. Nella nostra visione è arrivato il momento di dare una forma riconoscibile a questo brand, di dedicargli uno spazio di confronto permanente e di prevedere le giuste risorse per una promozione sinergica».  


 

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