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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il Pd boccia il bilancio regionale di previsione 2023-2025: «Documento senza anima e visione»

Il gruppo assembleare ha presentato questa mattina le motivazioni che lo porteranno a esprimere voto contrario al documento di economia e finanza regionale

ANCONA - «Ci apprestiamo a discutere un bilancio di natura prevalentemente tecnica, senz'anima e senza visione, totalmente inadeguato alla fase straordinaria che le Marche, come il resto d’Italia, stanno vivendo a causa del post pandemia, della crisi energetica, dell’inflazione, della guerra e, nel caso specifico della nostra regione, anche dell’alluvione e del terremoto che hanno colpito in particolare le province di Ancona e Pesaro Urbino».  Lo ha affermato questa mattina il capogruppo Pd in Regione Maurizio Mangialardi. 
«A questi temi, che nella realtà quotidiana di famiglie e imprese si traducono in un impoverimento generalizzato, nella chiusura di attività economiche, nella perdita di potere d'acquisto di salari, stipendi e pensioni – ha aggiunto Mangialardi -  la giunta regionale non dà alcuna risposta. Anzi, l’intero centrodestra, non solo la giunta, ha compiuto l’imbarazzante scelta di istituzionalizzare il concetto della “mancetta”, stanziando circa 80 mila euro per ciascun consigliere di maggioranza: una sorta di bonus da elargire senza alcun criterio, se non quello delle singole esigenze elettorali. Vale la pena sottolineare che quella cifra equivale quasi all’entità del taglio operato dalla giunta regionale ai rimborsi per le Asp e le Fondazioni che assistono e si prendono cura dei nostri anziani, dei disabili, dei minori in difficoltà, delle persone affette da dipendenze patologiche. Da parte nostra  porteremo in aula una serie di emendamenti per reindirizzare quelle risorse verso i bisogni della sanità, della scuola, del tessuto economico. Sono però certo che,come sempre, non troveranno alcun ascolto. Mi chiedo: fino a quando la società marchigiana continuerà a subire in silenzio questa miscela esplosiva di incompetenza, arroganza e prepotenza con cui la giunta e la maggioranza stanno ipotecando il futuro delle Marche condannando la nostra regione a un’inevitabile marginalità?».
«Per il terzo anno consecutivo – ha spiegato il consigliere Fabrizio Cesetti - prendiamo atto che il governo Acquaroli non è stato in grado di elaborare un bilancio che possa definirsi tale. Questo non lo dice il Pd, ma lo ammette la stessa giunta regionale portando in aula, da un lato, un Defr che è praticamente il copia-incolla di quello approvato nel 2021, dove, colpevolmente, non sono individuati gli obiettivi generali della programmazione economico-sociale e della pianificazione territoriale, e dall’altro un bilancio di previsione misurato sull’assestamento approvato nel 2022. Basti dire che le risorse stanziate vengono in larga parte destinate alle spese obbligatorie e vincolate, lasciando scoperte persino leggi da loro stessi approvate, a partire da quella relativa alla riorganizzazione della sanità che dal 1 gennaio assegnerà personalità giuridica alle Ast. Così come irrisorie, soprattutto dopo l’alluvione dello scorso settembre, sono le risorse previste per la mitigazione del dissesto idrogeologico di tutta la regione: appena 21 milioni in tre anni. La verità è che sono state ridotti di 800 milioni di euro il capitolo delle spese correnti e di 2 miliardi quello degli investimenti, portandoli rispettivamente a 14.500 euro e 500 euro, per finanziare la tabella E, l’ormai famigerato intervento messo a disposizione dei consiglieri di maggioranza per alimentare il consenso nei loro collegi elettorali. Un collega del centrodestra ha addirittura tentato di coinvolgerci in questo indecoroso mercimonio, proposta che abbiamo ovviamente rispedito al mittente. Ciò per dire che non solo in questa maggioranza esiste un grave problema di malcostume politico, ma non vi è neppure un briciolo di progettualità».

«Tra i tanti sprechi che vanno segnalati in questo bilancio – ha aggiunto la consigliera Anna Casini - c’è anche lo stanziamento di risorse per assegnare a ogni assessore 6 consulenti. Una misura pienamente in linea con l’esponenziale aumento delle poltrone avvenuto in questi ultimi due anni tramite la costituzione di nuove società pubbliche e l’istituzione della figura del sottosegretario, e che mira a introdurre a fianco di assessori e dirigenti apicali, figure peraltro già ben retribuite, nuovo personale politico, sottraendo inevitabilmente preziose risorse ai bisogni della nostra comunità regionale. Basti dire, solo per fare un esempio, che per il caro bollette la Regione Marche riesce a stanziare meno risorse di alcuni Comuni».
«Gravissime – ha detto il consigliere Antonio Mastrovincenzo - sono anche le carenze che caratterizzano questo bilancio sulle politiche sociali. In tema di sanità non si affronta in alcun modo il problema delle crescenti liste di attesa e della mobilità passiva verso gli ospedali fuori regione; sul lavoro non si fa neppure un accenno alla questione della sicurezza, nonostante una risoluzione votata all’unanimità dal Consiglio regionale; sono poi completamente dimenticati i giovani che non studiano né lavorano, a conferma di come questa giunta sia completamente disinteressata ai problemi del disagio giovanile. Non parliamo poi delle leggi non rifinanziate, tra cui molte approvate in questa e nella precedente legislatura all’unanimità: penso a quella sulla psicologia scolastica, a quelle per il contrasto alla ludopatia e al cyberbullismo, nonché a quella per la celebrazione della figura di Carlo Urbani».

A denunciare poi i pesanti ritardi sulla programmazione dei fondi europei è stata la consigliera Manuela Bora: «Avevano promesso che le schede Mapo, la cui tempestiva compilazione è indispensabile per disciplinare la programmazione delle risorse comunitarie, sarebbero state pronte a dicembre. A oggi, invece, sono ancora al vaglio dei vari assessorati. Ciò significa che, alla prova dei fatti, la giunta regionale non è stata capace di gestire i fondi europei per rispondere ai bisogni di famiglie e imprese». «Non viene destinato nulla – ha concluso la consigliera Micaela Vitri - neanche per l’abbassamento delle rette degli asili nido, che nelle Marche sono le più alte d’Italia, né per ampliare la fascia delle aventi diritto agli screening senologici, nonostante una mozione votata all’unanimità dal consiglio regionale, né per contrastare il caro energie o per risolvere il problema della carenze di guardie mediche. Però considerano prioritario aumentare con un blitz le poltrone dei Cda nei parchi regionali del San Bartolo e del Conero».

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