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Autorità portuale, Mangialardi: «Marche terra di scontro per lotte di potere»

Il caporguppo Pd in Regione interviene sulla recente bocciatura in Senato della nomina di Matteo Africano come successore di Rodolfo Giampieri

«Le lotte di potere che le segreterie romane di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia continuano irresponsabilmente a combattere utilizzando come terreno di scontro le Marche, complice la debolezza politica e la subalternità della giunta Acquaroli, rappresentano un grave rischio per il tessuto economico, sociale e istituzionale della nostra regione. La bocciatura di Matteo Africano in commissione Trasporti al Senato ne è la più palese dimostrazione. Infatti, di fronte alla necessità di iniziare a programmare il rilancio degli scali marchigiani, ma soprattutto di intercettare le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, l'Authority si ritrova ancora oggi ferma al palo, priva del suo vertice decisionale, mentre nel resto d'italia tutti gli altri corrono». Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi commenta la bocciatura al Senato di Matteo Africano quale nuovo presidente della Autorità portuale. 

«Rispondendo alle interrogazioni presentate in consiglio regionale dal Partito Democratico - incalza Mangialardi - Acquaroli aveva garantito sull'alto profilo e le competenze di Africano. Garanzie, a quanto sembra, che si sono inesorabilmente sgretolate nel corso delle audizioni parlamentari. Si capisce bene, ora, come pur di assecondare logiche completamente estranee ai bisogni del territorio, Acquaroli non abbia esitato un secondo ad affossare il percorso di crescita tracciato dall'ex presidente Giampieri, dalle istituzioni locali e dalle imprese locali che operano nel porto di Ancona. Spero che ora ci sia l'intelligenza di azzerare l'iter per la nomina di Africano, avviando contestualmente quel confronto con il territorio che fino a oggi è stato negato, per giungere a un nome davvero condiviso e che ponga lo sviluppo infrastrutturale ed economico del porto di Ancona al primo punto dell'agenda dell'Authority, anziché le inutili schermaglie politiche tra Salvini e Meloni». 

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