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ANPI: «CasaPound partito riconosciuto, ma Ancona sa isolare i fascismi: ora si torni sui temi politici»

A parlare è la Presidente dell'ANPI Ancona Tamara Ferretti che pone la questione du su due piani, quello politico per cui c'è un problema di ritorno di fascismi e quello elettorale in cui Cp è forza legittima

«CasaPound è un movimento sovranista, nazionalista e con aderenti che si rifanno all’ideologia fascista, dopo di che  è anche una forza elettorale riconosciuta a tutti gli effetti, per cui farà la propria campagna elettorale nel rispetto della Costituzione e delle leggi che vietano il ritorno del fascismo. Episodi come quelli avvenuti a Fermo e Macerata non devono accadere mai più e auspico non accadano mai ad Ancona, dove c’è un tessuto democratico forte, capace di isolare eventuali atteggiamenti fascisti. Infatti sono molto soddisfatta del voto unitario in Consiglio comunale sulla mozione presentata dal gruppo SEL-ABC perché esprime grande solidità e un alto valore di democraticità». Interviene con lucidità e puntualità la presidente dell’ANPI (Associazione nazionale Partigiani d’Italia) Ancona Tamara Ferretti sulla questione CasaPound anche se, precisa lei, non c’è mai stato un caso e, anzi, l’invito è quello di smetterla di arrovellarsi su questioni prettamente burocratiche e tornare a parlare di temi politici. 

Eppure c’è stato un momento ad Ancona in cui CasaPound aveva effettuato regolare richiesta con tanto di bonifico e il sindaco Mancinelli non solo disse che non avrebbe concesso l’autorizzazione ma che erano circolate notizie false. «Forse sarebbe stato meglio che il Comune avesse usato gli strumenti in essere, cioè la verifica di certi requisiti quali la capacità di mantenere integra la sala pubblica, la garanzia di pagamento, la disponibilità del luogo e i tempi della richiesta. Non mi risulta ci fossero tutte queste premesse, per cui si poteva dire di no a prescindere e credo che il sindaco abbia detto che non avrebbe autorizzato proprio perché già circolava un volantino prima ancora di una richiesta formale e il pagamento della sala. Però ci tengo ad invitare tutti a non perdersi in discussioni che scendano nel burocratico, in questioni di dettaglio e, anzi, credo si debba tornare a discutere dei grandi temi della politica».

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Cioè evitare di giocare a “chi può fare cosa” e tornare a discutere dei problemi? «Sì, la questione vera é sui grandi temi, sulle linee strategiche, sulle linee di sviluppo, il futuro per i giovani, sul disagio sociale. Ed è anche per questo che nel paese ci sono formazioni che si rifanno ad ideologie non democratiche capaci di ingenerare comportamenti come quelli avvenuti a Macerata e un anno prima a Fermo. Serve un richiamo democratico ed è per questo che ho letto positivamente quanto accaduto in consiglio comunale. Ho seguito il dibattito via streaming, ha percepito sensibilità politica e assunzione responsabilità da parte di tutti, in particolare ho apprezzato le parole del consigliere comunale Italo D’Angelo».

Eppure non è servito a molto questo certificato antifascista, quanto meno non è servito ad impedire l’arrivo l’incontro con Di Stefano. «Bè noi intanto prendiamo atto che loro hanno firmato un documento in cui si dichiarano antifascisti e dove condividono i valori della legge Mancino. Poi però l’atto firmato da CasaPound fa parte di un’istruttoria che ancora non è conclusa perché un consiglio comunale che vota un atto il lunedì non può produrre una certificazione la mattina dopo, per questo dico che forse sarebbe stato meglio che avessero usato gli strumenti in essere per negare la sala perché si poteva fare». Ma perché il giorno dopo non sarebbe potuto essere firmato quel documento? «Perché fa parte del Regolamento, il cui adeguamento va votato dal consiglio». Ma allora il documento firmato ieri è illegittimo. «Dal mio punto di vista sì, non ha validità». 

Insomma lei non teme una deriva totalitaria ed episodi instomatici anche ad Ancona? «In Italia e in Europa c’è un problema che ha a che fare con il ritorno ad episodi che richiamano non solo il fascismo ma anche il nazismo. E’ un problema serio perché certi episodi non si debbano mai più ripetere, ma Ancona ha un tessuto democratico solido e forte. C’è da augurarsi che episodi così non si ripetano mai più da nessuna parte e Ancona ha dimostrato più volte di essere in grado di isolarle eventuali sintomi di intolleranza e fascisti».

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