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Violenza economica, il monito di Ciccioli (Fdi): «Tema subdolo e sottovalutato, colpisce oltre il 25% delle donne»

Questo il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, che parteciperà all’iniziativa

ANCONA – «La violenza economica nei confronti delle donne rappresenta un aspetto sottovalutato, poiché subdolo e ancora poco visibile rispetto alla violenza fisica, ma altrettanto inficiante che colpisce il 26,4% delle donne in Italia. Ben vengano, quindi, gli appuntamenti di approfondimento come il convegno promosso dal Consiglio Notarile di Ancona in collaborazione con la sede dorica di Bankitalia, il 25 maggio all’Auditorium della Mole Vanvitelliana, per presentare la Guida “Conoscere per proteggersi”, elaborata dalla Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale del Notariato». Questo il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, che parteciperà all’iniziativa. 

«Citata all'art. 3 della Convenzione di Istanbul del 2011, tra le varie forme di violenza, si realizza attraverso “l’impedimento nell’acquisizione delle risorse, l’impedimento all’accesso alle risorse disponibili, il consumo delle risorse della vittima”. Per spiegare meglio: c'è violenza economica nell’impedimento di conoscere il reddito familiare, di avere una carta di credito o un bancomat, di usare il proprio denaro e essere sotto il costante controllo su quanto e come si spende. Secondo una ricerca condotta da Episteme dal titolo “Le donne e la gestione famigliare” nel 2019, meno del 40% di donne in Italia non possiede un proprio conto corrente e la percentuale cresce fino a diventare il 100% per chi ha un livello di istruzione basso. Nell'audizione alla Commissione Lavoro pubblico e Privato alla Camera dei deputati dell'8 febbraio 2022, Linda Laura Sabbadini della Direzione centrale studi dell'Istat, analizzando i dati ricevuti dai centri anti violenza e dalle case rifugio, elaborati dall'istituto, ha spiegato tra l'altro che: “La mancanza di indipendenza economica sembra anche costringere le donne a subire la violenza per periodi più lunghi. È comunque alta la percentuale di donne senza indipendenza economica che hanno subito violenza: il 61,6% delle vittime di stupro, infatti, non erano economicamente autonome". Dunque, appare evidente come violenza fisica ed economica siano collegate. La prima può essere preceduta dalla seconda o, comunque, la violenza economica può determinare un allungamento dell’accettazione della prima. Non poter disporre di un bancomat, carta di credito; essere invitata a restare a casa a badare alla famiglia tanto i soldi per la spesa glieli dà “giusti” il marito; quando la donna lavora in imprese familiari, spesso in nero, annullando di fatto i diritti; aprire un’impresa a nome della donna, ma gestita dall’uomo con rischi di impresa, poi, tutti a carico della titolare; sono solo alcuni esempi di pericolosi lacci che pongono la donna in una posizione di subalternità evidente. Un circolo vizioso che deve essere spezzato». 

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