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Case popolari, proposta in maggioranza: «Solo con 5 anni di residenza o lavoro»

Verdi e Ancona2020 presentano una mozione in consiglio comunale. Critiche da maggioranza e opposizioni. Rubini e Crispiani, Sel: «Becera campagna elettorale»

L'accesso a un alloggio popolare limitato solo a coloro che risiedono da almeno 5 anni in città o che hanno svolto, per lo stesso periodo temporale, un'attività lavorativa. Una modifica chiesta in una mozione di tre consiglieri di maggioranza al consiglio comunale di Ancona. La firma è quella dei Verdi Michele Polenta e Marcello Milani e dell'esponente della civica Ancona2020 Roberto Grelloni. "Una Mozione che sostanzialmente tende ad equilibrare lo stato attuale fra cittadini italiani e chi viene nella nostra città da altri Paesi - commenta il Consigliere Roberto Grelloni. Questo sicuramente potrà attenuare questo malessere da parte dei nostri concittadini che abitano nella nostra città da tanti anni ed hanno contributo con le tasse alla realizzazione di questi edifici". 

Secondo Polenta e Milani «Il tessuto sociale si tiene coeso con norme adatte e non anacronistiche la nostra Amministrazione ha il dovere di sollecitare gli organi competenti al fine di modificare alcuni indicatori necessari per la compilazione delle graduatorie, indispensabili è l’introduzione di questi requisiti». Proposta che fa discutere la maggioranza (con critiche sia dal Pd che dall'Udc) e che manda all'attacco la sinistra. «Dalla ruota panoramica a “prima gli anconetani!” degli amici “ecologisti” - tuonano Francesco Rubini e Stefano Crispiani dai banchi di Sel - L’iniziativa dei Verdi tradisce l’ansia di arrivare prima della destra cavalcando la guerra tra le persone che hanno bisogno del sostegno pubblico: contrapponendo residenti pluriennali agli altri, si ottiene forse (speriamo di no) qualche manciata di voti, ma si partecipa alla regressione culturale e sociale i cui effetti si scontano per lunghi periodi».

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