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Alluvione, il gruppo Pd in Regione all’attacco sulle nomine in giunta: «Acquaroli vittima di veti e ricatti politici»

Non si spengono le polemiche sul caso Ciccioli che ha bloccato le nomine in giunta regionale. Per i Dem è l’ora di prendere decisioni e andare avanti per non restare nell’immobilismo

ANCONA - I consiglieri regionali Pd suonano la carica contro quello che definiscono «l’immobilismo di Acquaroli». La patata bollente è ancora l’ultima casella da riempire per ricomporre il quadro della giunta regionale. Infatti, se per due dei tre assessori in partenza per Roma si sono trovati i sostituti, rimane un tassello da posizionare. Quello che, fino a una settimana fa, spettava al consigliere Fdi Carlo Ciccioli. Ma che, dopo le esternazioni choc sulle vittime dell’alluvione, è tornato ad essere un posto vacante. 

L’attacco

Una situazione incresciosa per i consiglieri regionali del gruppo Pd che vanno all’attacco: «A quasi un mese dall’elezione in Parlamento dei tre assessori regionali Castelli, Carloni e Latini, la Regione Marche è in preda a una drammatica paralisi istituzionale - si legge in una nota inviata dal Gruppo assembleare -. Evidentemente al presidente Acquaroli non è bastato bloccare l’attività della giunta per l’intera campagna elettorale, lasciando liberi solo i tre assessori candidati di utilizzare a tale scopo i loro ruoli. No, ora i marchigiani sono costretti ad assistere a una nuova pantomima sulle sostituzioni, che di fronte alle tante emergenze in corso – dal caro bollette all’alluvione, fino alla necessità di redigere la proposta di legge di bilancio preventivo entro dicembre - rischia di danneggiare seriamente le Marche».

L’immobilismo

Il gruppo di opposizione invita il governatore a dare una scossa alla situazione accelerando sulla nomina della pedina mancante. «I costi di tale immobilismo – spiegano i Dem – non possono essere pagati dai nostri concittadini. Se è vero che Acquaroli, giustamente scandalizzato dalle ignobili dichiarazioni di Ciccioli sulle vittime dell’alluvione, ha deciso di bocciare l’ingresso nella sua giunta del capogruppo di Fratelli d’Italia, è necessario che si sbrighi a trovare un nuovo nome». 

La strategia

Non manca, poi, un’allusione ad una presunta strategia che il partito Fratelli d’Italia starebbe mettendo in atto in vista delle prossime elezioni amministrative per il Comune di Ancona. «Purtroppo è fin troppo chiara la volontà di inserire nell’esecutivo regionale un esponente anconetano di Fratelli d’Italia per lanciare la corsa al centrodestra alle elezioni amministrative del prossimo anno - continua la nota -. E ciò dimostra ancora una volta come Acquaroli continui a gestire la Regione badando solo agli interessi della sua parte politica, anziché al bene comune delle Marche. Se Fratelli d’Italia e l’intero centrodestra anconetano non sono in grado di esprimere figure all’altezza di ricoprire l’incarico di assessore regionale, si passi oltre e si scelgano persone di altri territori». Fino poi addirittura alludere a presunti veti e ricatti politici che metterebbero sotto scacco il presidente della Regione. «Se invece c’è dell’altro – ipotizzano i consiglieri del Pd – e le inspiegabili lungaggini per il rinnovo della giunta regionale fossero dovute a veti e ricatti politici tra i diversi partiti della maggioranza o addirittura tra le varie aree di Fratelli d’Italia, crediamo che il presidente Acquaroli debba trovare il coraggio di spiegare ai marchigiani come stanno realmente le cose. Francamente questi squallidi giochini politici tutti interni al partito di Giorgia Meloni hanno stancato: in ballo c’è il futuro delle Marche e non possiamo lasciare che venga affossato da assurde beghe di partito».

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