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Violenza in città, Rubini sull'aggressione in centro: «La sua colpa? Non essere italiano»

«Condizione da sola ufficiente per garantirgli un nutrito Tribunale del popolo tra insulti, condanne a morte e sproloqui non degni di un qualsiasi popolo civile»

«La spirale di odio e intolleranza in cui è caduto il nostro paese è ogni giorno più grave. Una marea nera di fango che quotidianamente tracima in ogni dove, dai social alla carta stampata, travolgendo qualunque cosa gli si pari avanti. Un tritacarne infernale dove tutto è ormai lecito e dove pare essere finita anche la nostra città da giorni impegnata nello sport nazionale oggi più di moda: la gogna mediatica dello straniero. Uno spettacolo becero che questa volta ha avuto come bersaglio una persona in evidente stato confusionale reo di aver aggredito alcuni passanti lungo C.so Garibaldi». A parlare è Francesco Rubini, capogruppo di Altra Idea di Città.

«La sua vera colpa? Non essere italiano, condizione da sola ufficiente per garantirgli un nutrito Tribunale del popolo tra insulti, condanne a morte e sproloqui non degni di un qualsiasi popolo civile. Ma ciò che è ancora più grave è la risposta vomitevole della destra cittadina che, come se non bastasse la surreale proposta di assegnare le case popolari sulla base del colore della pelle e non più in relazione al reddito, ha deciso, capitanata dalla Lega, per l'ennesima volta, di cavalcare la notizia per ripartire con la solita litania della sicurezza in città utilizzandola per tornare a spingere sulla proposta di dotare di armi taser la Polizia Municipale arrivando addirittura a chiedere le dimissioni del Comandante dei Vigili colpevole di aver espresso la sua contrarietà. A fronte di tutto questo occorre fare fronte comune, tornare a mobilitare le coscienze democratiche della città al fine di arginare una deriva securitaria e intollerante che rischia di fare del paese e della nostra città un vero e proprio far-west aumentando insicurezza e diseguaglianze. La sicurezza si costruisce piuttosto a partire da Città solidali ed efficienti, dal decoro e dalla partecipazione, da politiche abitative e sociali degne di questo nome, dalla qualità della vita e dell'ambiente, dalla bellezza e funzionalità dei quartieri. Si costruisce con un sistema giudiziario capace di garantire processi veloci e giusti, con corpi di polizia numericamente e professionalmente all'altezza dei compiti loro affidati, con un numero di magistrati sufficienti a fronte di un abnorme carico di lavoro. Nessuna società potrà mai salvarsi dotandosi di odio, paura e armi; chi soffia sul fuoco dell'insicurezza sociale è parte del problema e non della soluzione».

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