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Legge 194, AIC: «Nessuno spazio per fondamentalisti e oscurantisti»

«Per loro sette ginecologi antiabortisti su dieci sono troppo pochi, quando in un paese civile non dovrebbe essercene nemmeno uno in tutto il sistema sanitario nazionale»

«Anche ad Ancona è ufficialmente partita la guerra alla legge 194. A portarla avanti, varie organizzazioni del mondo fondamentalista cattolico, guidate dalla capofila ProVita, costola del movimento neofascista Forza Nuova. Questi novelli crociati hanno infatti ammorbato l'attesa dei viaggiatori alle fermate degli autobus con l'orrendo fetore dei loro manifesti in cui, non solo difendono l'ormai anacronistica obiezione di coscienza dei medici, ma addirittura la rivendicano come un dovere». Così il direttivo di Altra Idea di Città. 

«Per loro sette ginecologi antiabortisti su dieci sono troppo pochi, quando in un paese civile non dovrebbe essercene nemmeno uno in tutto il sistema sanitario nazionale. I manifesti in questione sono tra l'altro ingannevoli, infatti descrivono il feto umano ad undici settimane di gestazione come un bambino assolutamente già formato, al mero scopo di suggestionare persone impressionabili e facilmente manipolabili. Lo scopo è semplice, cercare di creare un movimento di opinione che permetta a questi loschi figuri, già forti in parlamento tramite le disgustose figure del senatore Pillon e del ministro Fontana, di poter modificare in senso restrittivo la legge 194, in modo di abolirla "de facto". Cosa, tra l'altro, che già succede in alcune zone d'Italia in cui non sono presenti negli ospedali medici che pratichino l'aborto, costringendo le donne a rivolgersi a strutture al di fuori della propria provincia o addirittura regione. Ovviamente, la guerra alla 194 è per questi signori solo una delle battaglie, fondamentale però, per l'obiettivo che vogliono perseguire: (ri)portare l'Italia ad essere una società culturalmente da alto medioevo, una società sullo stampo di quelle fondamentaliste islamiche che a parole tanto denigrano ma che nei fatti dimostrano di invidiare. In sole tre parole, non glielo permetteremo.  Checché questi signori ne vogliano, siamo nel 2019, non nel 1019. Non staremo a guardarli distruggere tutti i progressi che sono stati fatti in tanti anni di lotte per i diritti delle donne e in gneerale per la parità dei generi. Invitiamo tutta la popolazione cittadina a manifestare il proprio dissenso, ogni volta che ne ha occasione e nelle forme che ritiene più opportune, contro questi fautori di un ritorno ad un periodo di teocrazia oscurantista. Per quanto ci riguarda abbiamo già depositato in Consiglio Comunale una mozione tramite il nostro consigliere Rubini con cui chiediamo la difesa della legge 194 e l'impegno di tutte le istituzioni a garantirne l'effettiva applicazione in tutto il territorio».

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