“Per me il tatto è tutto!”: riflessioni di un sordocieco in lockdown
Ad Ancona c’è chi, quel metro di distanza, non riesce proprio a sopportarlo
Questa è la storia di Francesco Mercurio, 39 anni, cieco dalla nascita e sordocieco dall’età di 10 anni. Una vita vissuta senza voci di sottofondo e con un assordante silenzio come colonna sonora, senza la luce dell’alba ad accoglierlo ogni giorno né tramonti spettacolari da poter ammirare al calare della sera.
Per lui, e per quelli con una disabilità simile alla sua, è il contatto fisico con amici e parenti a dare il vero conforto, con il tatto che svolge anche il fondamentale ruolo di vista e udito. “Il tatto è tutto”, come dice Francesco che, mai nella sua vita avrebbe pensato di dover rinunciare anche a questo. Mai avrebbe pensato, infatti, che il peggio doveva ancora arrivare.
Distanziamento sociale: il dramma vissuto dai sordociechi in pandemia
Il lockdown, che ci ha colti tutti impreparati, ha inciso, infatti, in maniera ben più problematica sui sordociechi di Osimo (AN), dove vive Francesco, e di tutta Italia. Se al resto della popolazione il virus ha spesso attenuato o eliminato gusto e olfatto, a loro, già privi di vista e udito, ha tolto, infatti, anche l’ultimo dei sensi, il tatto, privandoli della possibilità di stringere una mano, di abbracciare, di dare e ricevere una carezza. Quel semplice metro di distanza da mantenere a tutti i costi, insomma, è diventato un vero e proprio dramma per i sordociechi che, nel contatto con il prossimo, trovano le uniche possibilità di conoscenza, di vita e di socialità.
Nella video intervista che abbiamo realizzato, tra le altre cose, ci parla proprio di sè e delle sue passioni che, nei mesi della pandemia, non è più riuscito a concretizzare.
Autonomia e relazioni: i fili d’oro su cui Francesco può fare affidamento
Ebbene, nonostante le difficoltà materiali e l’isolamento in cui si è ritrovato nell’ultimo anno, Francesco ce l’ha fatta a superare tutto questo. Ci è riuscito, però, per un motivo molto semplice: alle spalle aveva una storia personale fatta di ricerca costante di autonomia e di un sostegno prezioso. Francesco ha, infatti, lasciato presto Napoli e la sua famiglia d’origine, per andare a studiare e vivere da solo a Urbino. Là ha imparato a fare i conti con la realtà delle sue possibilità e a gestire tante piccole cose concrete della vita quotidiana. Là si è laureato in tre anni, ha fatto politica studentesca, è stato presidente del Movimento Pantarei, ha fatto teatro e manifestazioni, ma soprattutto ha realizzato il suo sogno più grande: volare. Il volo è diventato ben presto la sua più grande passione: elicotteri, deltaplani a motore, ultraleggeri… Spiegare come il volo fa sentire Francesco è qualcosa che solo lui ha saputo descriverci.
Un periodo difficile, l’ultimo anno, che, come detto, Francesco ha superato anche grazie a un aiuto concreto e prezioso, fornito dalla Lega del Filo d’Oro di Osimo e dagli operatori e i volontari della Fondazione, che lo hanno accompagnato per tutta la sua vita, tanto che Francesco, pur nella sua ottenuta indipendenza, considera la sede nazionale di Osimo come una vera e propria “riserva protetta”. Tanto stretto è il suo legame con la Fondazione e i suoi operatori che è diventato addirittura il presidente del Comitato delle Persone Sordocieche che ad essa fa capo, contribuendo con il suo lavoro quotidiano all’ottenimento e al riconoscimento di maggiori diritti per le persone con disabilità.
Una causa per cui vale la pena mettersi in gioco
Oggi, Francesco, insieme a Laura Gambelli, assistente sociale nella sede di Osimo, e a Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro, ci mette la faccia e la voce, così da potersi far ben vedere e sentire da tutti coloro che hanno la fortuna di poterlo fare. Ha scelto di mettersi in gioco ancora, questa volta a favore della nuova campagna della Lega del Filo d’Oro e di un messaggio molto importante, soprattutto in periodo di dichiarazione dei redditi: il vostro 5x1000 destinatelo alla Lega del Filo d’Oro (C.F. 80003150424).
Contribuirete a creare nuove sensazioni e a restituire un contatto con il mondo a tutti coloro che il mondo non lo possono vedere e sentire. Tra questi, come spiega Laura Gambelli nel video, anche tanti bambini sordociechi che, aiutati dalla grande forza di volontà dei propri genitori, trovano il sostegno della Lega del Filo d’Oro, la quale, attraverso equipe interdisciplinari e un progetto educativo-riabilitativo personalizzato, riesce a trovare la giusta chiave per aiutarli nella conoscenza del mondo che li circonda, alla scoperta di un mondo fatto di contatti umani preziosi.
Diventa, allora, ancora più importante dare il proprio contributo, con un gesto semplice e gratuito come la firma del 5x1000. Solo così, il vostro potrà realmente essere #uncontattochevale.