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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Lo spettacolo fa rima con Mole: ecco il Godai Fest con sorprese e novità

Il 7 settembre fari sull’atteso festival multidisciplinare che unirà la musica alle arti performative e visive

ANCONA- E' in programma mercoledì 7 settembre alla Mole GODAI Fest, un viaggio per mezzo dell’arte attraverso i “cinque grandi” elementi. “Godai” sono infatti i 5 elementi della natura nella filosofia giapponese: Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Vuoto. Nell’arco del festival ciascun elemento s’intersecherà con l’altro, pur mantenendo incontaminata la propria identità, andando a formare un continuum. Sarà uno spettacolo unico e originale nella sua essenza, che si esprimerà attraverso un viaggio ideale negli spazi della Mole Vanvitelliana a cui corrisponderà un’esplorazione nelle arti nel suo senso più ampio: musica, arti visive, teatro, stand up comedy, dj set.

All'interno della Mole Vanvitelliana saranno individuati i cinque ambienti, a cui corrisponderà ogni singolo elemento della natura (Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Vuoto), e il rispettivo curatore, cui spetterà il compito di sviluppare il tema attraverso una performance sua e di altri artisti da lui scelti. Ciascun elemento rappresenta una chiave espressiva e interpretativa differente. Si avranno quindi cinque proposte di declinazione artistica e performativa e cinque curatori, per un’unica intensa giornata che anticipa il format completo e articolato su cinque giornate che sarà presentato nel 2023. I curatori individuati e coinvolti nel progetto sono: Valerio Lundini (Terra), Diodato (Acqua), Meg (Fuoco), Gemitaiz (Aria), Vasco Brondi + Silvia Calderoni (Vuoto). Ognuno di loro interpreterà a suo modo lo sviluppo del tema partendo dal proprio elemento d'origine per avvicinarlo agli altri e soprattutto con la partecipazione di altri artisti scelti e coinvolti da ciascun curatore. Gli artisti che compongono ciascun elemento sono: per la Terra Valerio Lundini, Alessandro Gori (LO SGARGABONZI), Daniele Tinti; per l'Acqua Diodato; Bluemotion con “Tiresias” (Kae Tempest); Venerus; Collettivo Angelo Mai; per il Fuoco Meg, Canemorto, per l'Aria Gemitaiz, Gemello, Hube, Solo & Diamond, Manuel Marini e Live set w/ Orang3, Vittorio Gervasi, Danilo Menna e Alessandro Lorenzoni, per il Vuoto Silvia Calderoni, Vasco Brondi, Industria Indipendente - Talking Bodies || Conosci te stessa, Bunny Dakota - Dj set.

L'esperienza sarà completata da un ulteriore percorso sensoriale, a cura di Cristiano Carotti e White Noise: saranno realizzate sei installazioni d’arte contemporanea, una per ogni elemento d’origine e una che li contenga tutti e cinque. Gli artisti che svilupperanno ciascun tema sono: Loredana Longo (Fuoco), Lulù Nuti (Acqua), Jonathan Vivacqua (Vuoto), Luca Grimaldi (Aria), Christopher Domiziani (Terra) e Cristiano Carotti. Quest'ultima sezione, dedicata alle arti visive, sarà presente dal 7 al 21 settembre al Magazzino Tabacchi della Mole.

«L’idea di questo Festival - racconta il curatore Rodrigo D’Erasmo - nasce dal desiderio e dall’esigenza di creare un qualcosa che abbatta definitivamente qualsiasi recinto di genere e che permetta a tutti (organizzatori, artisti, spettatori, curiosi) di assistere a performance non convenzionali mettendole in dialogo e relazione tra loro per indagare gli elementi e la loro forza comunicativa ed espressiva, cercando di tracciare un filo comune tra di essi». «Con Rodrigo D’Erasmo - afferma l’assessore alla cultura Paolo Marasca - abbiamo parlato molto di Godai e della Mole negli ultimi mesi, e ora ci siamo. Un solo giorno per cinque elementi, con grandi artisti che sono in grado di concepire una cultura senza generi. E dal 2023 saranno cinque giorni per cinque elementi, certo, ma questa prima grande esperienza promette di essere qualcosa di assolutamente straordinario per il panorama artistico italiano. La nostra soddisfazione? Che La Mole svolga ormai in maniera definitiva il ruolo di calamita per le proposte migliori e più innovative, e che funzioni come certi palazzi del Rinascimento capaci di generare continuamente arte perché abitati e incontrati dalle più accese sensibilità della loro epoca».

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