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Coldiretti Marche: «Difendiamo i terreni agricoli, prematura e sbagliata la proposta sul fotovoltaico»

Coldiretti Marche avanza forti dubbi sulla proposta di legge regionale 145 presentato lo scorso novembre con l'intento di regolamentare gli impianti con moduli a terra, compreso il cosiddetto "agrivoltaico"

Gli impianti fotovoltaici non devono andare a occupare il suolo agricolo che va tutelato e, dove possibile, aumentato. Coldiretti Marche avanza forti dubbi sulla proposta di legge regionale 145 presentato lo scorso novembre con l'intento di regolamentare gli impianti con moduli a terra, compreso il cosiddetto "agrivoltaico". Argomento prematuro, secondo Coldiretti Marche, perché il settore è in attesa dei decreti attuativi del decreto legislativo 199/2021, chiamato a regolamentare in maniera più puntuale questa tipologia di impianti, oggi soggetti a normative regionali che non offrono un quadro armonico a livello nazionale. "Una corsa in avanti che non comprendiamo - commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - e che mette a rischio l'agricoltura. Siamo consapevoli della necessità di aumentare l'approvvigionamento di energia rinnovabile e non vogliamo ridurre le opportunità per le imprese agricole di autosostenersi energeticamente ma questo deve avvenire attraverso scelte oculate. Prima di andare a occupare la terra si deve considerare tutto il potenziale dei tetti, delle aree industriali, artigianali o comunque non agricole". E i dubbi non mancano nemmeno per quel che riguarda il concetto stesso di "agrivoltaico", progetti che contemplano sulla carta opere di mitigazione e il prosieguo di attività agricole, previsioni difficilmente traducibili nella realtà o comunque non verificabili. "Coldiretti Marche - prosegue la presidente Gardoni - si sta battendo da tempo per salvaguardare i terreni agricoli anche attraverso una petizione che ha superato le 8.300 firme di cittadini marchigiani che vogliono tutelare le terre da coltivare e a favore di un fotovoltaico veramente pulito ed ecosostenibile da installare sui tetti di stalle, casolari, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. Siamo pronti ad adottare ogni forma di protesta”.

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