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Salvati e recuperati 5mila volumi della biblioteca Tamburini

Conclusi il recupero e la catalogazione dei libri dell'ex Manicomio di Ancona trasferiti alla Facoltà di Economia a Villarey

2900 monografie, 1751 opuscoli, 214 riviste. Sono i numeri del Fondo Tamburini, un patrimonio librario di quasi 5mila titoli salvato grazie a un progetto dell'associazione Libera.mente, realizzato in collaborazione con il Consiglio regionale, la Regione Marche, Univpm e Area Vasta 2. I risultati dell'intervento di recupero, avviato nell'estate del 2018 con il trasferimento del fondo nella biblioteca della Facoltà di Economia a Villarey, sono stati presentati a Palazzo delle Marche.

«Oggi è un giorno importante – ha sostenuto il Vicepresidente del Consiglio regionale Renato Claudio Minardi - perché restituiamo alla comunità scientifica italiana e internazionale, agli studiosi e a tutti i cittadini un patrimonio di grande valore per la storia della psichiatria e per la ricerca sulla salute mentale. Questo risultato è il frutto di un lavoro di squadra, una sinergia istituzionale positiva e concreta che può diventare un modello per fare rete e accogliere le istanze del territorio». I volumi raccolti da Augusto Tamburini, considerato uno dei padri della psichiatria italiana, sono stati donati dalla famiglia, dopo la sua scomparsa nel 1919, al manicomio di Ancona. In seguito alla chiusura dell'ospedale psichiatrico, la biblioteca, oggi proprietà dell'Asur, era stata trasferita in locali non idonei alla conservazione (l'ex chiesetta dell'ospedale), rischiando il deterioramento per problemi di umidità e infiltrazioni. Il Vicepresidente Minardi ricorda l'avvio del progetto, «quando in Commissione cultura e bilancio, dopo aver ascoltato il presidente di Libera.mente Vito Inserra, abbiamo ritenuto doveroso finanziare la messa in sicurezza di questo fondo, trasferendolo in una sede in grado di tutelarlo e valorizzarlo. Sono certo che il buon esito di questa operazione ci aiuta anche a ribadire l'importanza fondamentale della salute mentale per la qualità della vita e quanto è importante sostenerla». Dopo il trasferimento a Villarey dei volumi, imballati in 280 scatoloni, nell'autunno del 2018 le archiviste Patrizia Gabbanelli e Stefania Segatori hanno iniziato il complesso lavoro di catalogazione, durato un anno e sostenuto con un finanziamento regionale.

«Questo fondo è già in rete – spiega Inserra – e ci stiamo adoperando con il Bureau di Ginevra, l'organismo referente dell'Organizzazione mondiale della sanità, per promuoverlo in tutti i 52 Stati della regione Europa». «L'obiettivo di Libera.mente – aggiunge – è quello di attirare l'attenzione sul tema della salute mentale che nelle Marche interessa il 2% della popolazione, riflettendosi in 25mila famiglie che rischiano di diventare 'micro-manicomi' se non arrivano le risposte istituzionali. Per questo tema, dove le Marche sono un'eccellenza dal punto di vista legislativo e delle pratiche sanitarie, servono risorse e personale. Per la prima volta nel Piano socio-sanitario appena approvato è stata inserita una cartella specifica dedicata alla psichiatria e questo è un traguardo molto importante». Il Direttore del Dipartimento di salute mentale dell'Area Vasta 2 Massimo Mari ha parlato di «un giorno di felicità», spiegando che «in questi libri c'è tutta la storia della psichiatria pre-basagliana, perderli sarebbe stata una sconfitta enorme, perché per trattare la salute mentale servono tempo, operatori, ma anche cultura». Alla presentazione sono intervenuti il responsabile della Biblioteca tecnico-scientifica-biomedica Sandro Apis (Univpm) e l'archivista Patrizia Gabbanelli.

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