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A Lampedusa e ritorno, gli studenti del Galilei raccontano l'esperienza

I ragazzi hanno anche presentato ai loro compagni l’attività del Comitato Xenia del Liceo “Galilei”, a cui appartengono, che, gemellato con il Comitato 3 Ottobre di Lampedusa, organizza ogni anno eventi ed incontri relativi all’accoglienza ed all’integrazione

Gli alunni e le alunne del Liceo Scientifico “Galilei” di Ancona hanno raccontato ai compagni la loro esperienza a Lampedusa. Lunedì 22 e venerdì 26 novembre Andrea Amore, Elena Ciarrocchi, Sara Pigliapoco e la docente Gladia Messersì hanno condiviso con i compagni delle altre classi emozioni e riflessioni scaturite dal loro viaggio a Lampedusa, tenutosi dal 30 settembre al 3 ottobre con il percorso formativo “Siamo sulla stessa barca” organizzato dal Comitato 3 Ottobre. I ragazzi hanno anche presentato ai loro compagni l’attività del Comitato Xenia del Liceo “Galilei”, a cui appartengono, che, gemellato con il Comitato 3 Ottobre di Lampedusa, organizza ogni anno eventi ed incontri relativi all’accoglienza ed all’integrazione. Fondato nel 2016 a seguito di un analogo viaggio a Lampedusa da parte di alcuni alunni e della docente Silvia Pascucci, quest’anno il Comitato riprende, dopo due anni di attività on line dovute alla pandemia, i suoi incontri in presenza, il primo dei quali si terrà, anche per i nuovi membri, il 6 dicembre alle ore 13.45. Sarà presente, per l’occasione, anche Marneo Serenelli, psicologo dell’emergenza impegnato nell’assistenza e supporto psicologici per la popolazione migrante.

Il Comitato 3 Ottobre è un’associazione creatasi in seguito al naufragio del 3 ottobre 2013, quando, a soli 800 metri al largo di Lampedusa, persero la vita 368 migranti, ed ogni anno organizza moltissime attività per sensibilizzare gli studenti di tutta Europa sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza. Andrea, Elena e Sara hanno scelto di esordire in modo molto toccante: nell’auditorium della scuola, illuminato soltanto dalla tenue luce di tre candele, con il rumore di una tempesta in sottofondo, hanno riprodotto la tragedia di un naufragio leggendo testimonianze vere di migranti che hanno perso i loro cari.

È stato poi proiettato il video che documenta la loro esperienza, ripercorrendone le varie tappe tra laboratori, intrattenimenti serali, tavole rotonde, incontri con europarlamentari, giornalisti, attivisti e volontari. Apportando la loro testimonianza, i ragazzi hanno dichiarato che l’incontro è scaturito dalla necessità di condividere una verità troppo forte per essere sostenuta da soli. L’incontro con Vito, il pescatore che ha salvato 47 vite durante il naufragio del 2013, e con i sopravvissuti, che hanno raccontato le loro storie, hanno infatti segnato le loro anime e li hanno fatti ritornare a casa molto più maturi. Molte di queste vicende sono state riportate alle classi: tanti gli studenti che, con gli occhi lucidi, hanno ascoltato i racconti di chi ha perduto figli, fratelli, mariti, di chi, essendo i propri parenti dispersi, continua a sperare che siano ancora vivi, di chi ha soccorso i superstiti, come il dottor Bartolo, il medico che nel 2013 ha effettuato le ispezioni cadaveriche delle vittime ed ha visto i segni delle torture inflitte in Libia.

Hanno inoltre confessato che la Lampedusa che hanno conosciuto è differente dall’immagine che ne veicolano i media: si aspettavano un’isola congestionata da migranti, con abitanti infastiditi dai continui sbarchi. Hanno invece trovato gente estremamente accogliente, che ha dichiarato che ogni volta che arriva un barcone è un giorno di festa perché significa che qualcuno si è salvato, ed una terra con vaste aree disabitate, in cui, se fossero stanziati fondi, si potrebbero costruire molti più centri di accoglienza e non quell’unico hotspot che, omologato per 240 posti, durante il loro soggiorno ospitava ben più di 1000 persone. Hanno pertanto invitato tutti a riflettere su come, a fronte di un’emergenza così grande, non venga preso alcun provvedimento significativo, mentre per un’emergenza altrettanto importante, quella data dal Covid-19, l’Europa ha agito con tempestività. A questo riguardo, hanno riportato le parole di illustri europarlamentari che hanno definito immorale la politica europea sull’immigrazione, basata su muri, barriere e filo spinato, e non sul principio dell’accoglienza, che dovrebbe invece essere fatto proprio da tutti gli stati membri.

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