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Bullismo a scuola, quasi l'80% non reagisce: più colpite le ragazze

Il Corecom lo scorso anno ha presentato i dati di un’indagine sul cybebullismo, condotta su un campione di studenti di scuole medie e superiori delle province di Ancona, Macerata e Pesaro

Bullismo e cyberbullismo, temi molto dibattuti in città per via dei frequenti episodi di cronaca e al centro del dibattito organizzato nei giorni scorsi dal Soroptimist Club di Ancona con ospite la presidente del Corecom Marche, Cinzia Grucci. Proprio il Corecom lo scorso anno ha presentato i dati di un’indagine sul cybebullismo, condotta su un campione di studenti di scuole medie e superiori delle province di Ancona, Macerata e Pesaro che ha evidenziato un 37% degli intervistati essere stati almeno una volta oggetto di insulti sui social media, mentre il 2,8 % ha dichiarato di aver subìto insulti e offese almeno una volta al mese o a settimana. Più colpite le ragazze dei ragazzi, il 78% dice di non aver mai reagito mentre il 52% non ha mai chiesto aiuto ad amici o famigliari. Pressioni, aggressioni, ricatti, molestie, ingiurie, diffamazione, furto dì identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione e trattamento illecito di dati personali, sono tante le forme di cyberbullismo su cui il Corecom vigila, analizzando i dati raccolti e adempiendo ai compiti propri e delegati di “media education”. «Lo studio, che ha coinvolto le università di Urbino, Macerata e Ancona – ha spiegato la presidente Grucci – aveva il fine di individuare la presenza, la gravità e le caratteristiche dei più frequenti atti di bullismo in rete aventi come protagonisti giovani ed adolescenti marchigiani». 


Lo studio ha messo in evidenza gli identikit di carnefici e vittime. II cyber bullo ha competenze informatica superiori alla media, mentre la cyber vittima ha spesso competenza informatica limitata ma spiccato interesse per le relazioni tecnomediate e non è in grado di difendersi. Inoltre è esposto agli attacchi e alla derisione di un pubblico molto vasto, che va dagli altri compagni di scuola, a utenti occasionali della rete fino agli utenti di tutto il mondo. Difficile la prevenzione di questo fenomeno che richiederebbe un’attenzione costante da parte degli adulti ( genitori,insegnanti) che normalmente non frequentano i luoghi virtuali dei giovani, non conoscono approfonditamente il web e quindi non riescono a sorvegliare compiutamente il comportamento online dei giovani sottovalutandone le potenzialità e i rischi. «Come Soroptimist ci siamo spesso occupate di contrasto alla violenza e ai soprusi – ha detto Antonella Daniele, presidente del Soroptimist di Ancona – e così abbiamo voluto approcciare alcuni aspetti di questo fenomeno. La serata è stata molto interessante e ha ispirato uno stimolante dibattito. Che si tratti di bullismo in rete o dal vivo siamo comunque in presenza di un problema che produce conseguenze molto negative che vanno dalla depressione alla perdita di fiducia e autostima, disturbi del sonno e della concentrazione fino a ispirare episodi di autolesionismo e suicidio. Come adulti dovremmo porre una questione culturale per prevenire e contrastare le varie situazioni per fermare le prepotenze».
 

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