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Viale dei sapori, torna il week end del chilometro zero

Tra gli stands si potranno trovare agricoltori con salumi, formaggi, verdura, frutta, legumi, confetture, pani, dolci, miele e tanto altro

ANCONA - Una ventina di aziende pronte a colorare il Viale della Vittoria di Ancona con il meglio dell'agroalimentare marchigiano. Parte domani, venerdì, fino a domenica, il Viale dei Sapori e per l'edizione del Decennale Campagna Amica e Coldiretti Ancona hanno aperto le porte alla collaborazione con le Patronesse del Salesi e con la Croce Gialla che avranno appositi stand per dare informazioni e raccogliere fondi da destinare alle rispettive attività benefiche. La passeggiata del Quartiere Adriatico (venerdì dalle 12 alle 20, sabato e domenica dalle 9 alle 20) sarà dunque sotto le bandiere gialle delle eccellenze dal campo alla tavola. Tra gli stand si potranno trovare agricoltori con salumi, formaggi, verdura, frutta, legumi, confetture, pani, dolci, miele, olio extravergine di oliva, succhi di frutta, sughi e creme di ortaggi, vino, birra, visciola, tisane.

Il meglio del Made in Marche ma un modo per sostenere l'economia locale e sopportare in qualche modo i rincari. I prezzi frutta e verdura, formaggi e salumi, carni fresche e pesce nei mercati della vendita diretta di Campagna Amica (secondo un monitoraggio di Coldiretti Ancona sui prodotti presenti Mercato Dorico) sono rimasti pressoché invariati nel corso di tutto il 2022. Ciò non accade dove la filiera è più lunga con «rincari al dettaglio che hanno pesato un +12,2% sugli ortaggi e un 8,5% sulla frutta anche se nelle campagne – spiega Coldiretti su dati Istat di luglio - sono riconosciuti valori che non coprono sempre i costi di produzione con i raccolti falcidiati da siccità e, in qualche caso grandine». Questo non solo porta le famiglie a modificare le proprie abitudini alimentari con gli italiani a ridurre del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate (Coldiretti su dati Cso Italy/Gfk Italia) ma mette a rischio anche la tenuta stessa delle aziende agricole. Quelle che fanno vendita diretta, diversificando la propria attività, riescono ad affrontare meglio i periodi di crisi.

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