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Zarrillo debutta a Maiolati: «Vivere e rinascere è una metafora della nostra esistenza»

Sabato 8 aprile l'artista romano calcherà il palco del Teatro Spontini per l'anteprima del "Vivere e Rinascere Tour", dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano "Mani nelle mani"

Sabato 8 aprile Michele Zarrillo calcherà il palco del Teatro Spontini di Maiolati Spontini per l’anteprima del “Vivere e Rinascere Tour”, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “Mani nelle mani”. L’artista romano sarà in residenza nel paesino della Vallesina per cinque giorni di prove prima del debutto. Noi di Anconatoday lo abbiamo incontrato.

Zarrillo perché le Marche e in particolare Maiolati? «E' quasi una tradizione perché in queste zone c'è attenzione a questo tipo di progetti. Qui vengo molto volentieri, troviamo una buona ospitalità e poi c'è una meravigliosa natura. Durante gli allestimenti bisogna stare tranquilli, senza interferenze, qui è l'ideale per concentrarsi sulla preparazione dello spettacolo». Sul palco di Maiolati l'artista romano oltre a cantare suonerà chitarra e pianoforte e sarà accompagnato da un team di musicisti di livello: Alessio Graziani (piano, tastiere e voce), Roberto Guarino (chitarra e voce), Ruggero Brunetti (chitarra), Roberto Gallinelli (basso), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria) e Andrea De Luca (violino). Nel concerto inaugurale potremo goderci non solo inediti dal nuovo album ma anche alcuni brani storici: «Durante il concerto ascolteremo molte canzoni mie del disco nuovo e successi del passato». Belle canzoni d'amore e non solo che fanno parte dei ricordi di più generazioni come “Cinque giorni”, “Una rosa blu”, “La notte dei pensieri”, “L’elefante e la farfalla”, “L’acrobata” e “L'alfabeto degli amanti”. “Vivere e Rinascere” è un disco intimo, che segna una sorta di “rinascita” dopo quasi sei anni di assenza dal palcoscenico e a tre anni e mezzo da un importante problema di salute che ha obbligato Zarrillo a star fuori dalla scena. «Vivere e rinascere perché ci si reinventa sempre nella vita. Tutti abbiamo dei periodi in cui sentiamo una sorta di torpore che a volte ci assorbe per motivazioni diverse, poi basta una una telefonata o un sorriso, una notizia o uno stato d'animo temporaneo che ti dà forza e allora ti senti rinato. Credo sia una metafora legata alla nostra esistenza. Un pochino è legata alla mia di esistenza perché questa turnée è per me una sorta di rinascita dopo cinque o sei anni di riposo un po' forzato e, diciamo, anche un po' voluto». Il disco nasce dal lavoro di più di un anno, in cui Zarrillo racconta di aver riscoperto il piacere della scrittura, un lavoro di composizione e di ricerca, con l’aiuto anche di altri autori, anche più che nelle produzioni precedenti. Non ama essere definito né cantante né cantautore ma semplicemente "artista", che lavora a tutto tondo per se stesso e per il suo pubblico che ama coccolare, publico che « va portato "mani nelle mani"». 

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