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Senza terra nel Brasile e a Queimadas, dal pensiero di Papa Francesco all'azione di don Carlo Gabbanelli

Nuova iniziativa di Auser Osimo che vedrà la partecipazione di Renato Marzocchini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Nuova importante iniziativa di Auser Osimo Presieduta da Federica Dolci, Vice Presidente Auser Osimo, vedrà la partecipazione di : Renato Marzocchini che ci illustrerà il progetto Queimadas, Natalino Barbizzi Cooperazione allo Sviluppo Regione Marche, il Sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni e Don Carlo Gabbanelli prog. Queimadas. Quello dei Senza Terra è un movimento progressista, appoggiato da settori della chiesa più aperta, legati alla teologia della liberazione.

1-La fame di terra

La lotta per la terra è antica. E' una storia di contrasti, di rivolte, di progetti alternativi. Tra il 1610 e il 1738 i gesuiti organizzano insieme agli indios, nel sud del Brasile , e in parte del Paraguay le "Reduciones"specie di Repubbliche comunitaria dei guaranì. Sconfitti e disciolti, la lotta rinasce nei Quilombos, non solo nascondigli di schiavi fuggitivi, ma spazi liberi dalla proprietà privata. Distrutti i Quilombos il sogno comunitario riprende vigore nella esperienza di Canudos. Anche qui il governo interviene per porre fine alla comunità rurale. Quattro spedizioni , usando per la prima volta il cannone contro un movimento della società. Il 5 ottobre 1897 Canudos cade ma senza arrendersi. Cade quando gli ultimi suoi difensori: un vecchio, due adulti e un bambino, rimasti soli contro 5 mila soldati.

Passano pochi anni e a Santa Caterina, tra il 1912 e il 1916, sotto la guida di un monaco di nome Joao Maria riprende la lotta per l'accesso alla terra: questa volta l'esercito utilizza la nascente aviazione. Nel 1924 la rivolta è guidata da un capitano dell'esercito Louis Carlos Prestes.

Nel 1964, appoggiate dagli Stati Uniti, le forze armate attuano un colpo di stato, stroncando sul nascere qualunque programma di riforma agraria. I principali dirigenti dei movimenti contadini vengono arrestati, molti costretti all'esilio, centinaia vengono arrestati.

La fame di terra è tale che, nonostante la dittatura, le occupazioni delle terre iniziano con le necessarie precauzioni. Per motivi di sicurezza i dettagli dell'operazione sono noti solo a pochi. Le famigli coinvolte non conoscono il giorno esatto, né l'esatta destinazione. Viene detto a tutti di preparare una valigia e di tenersi pronti a partire. In una fredda notte d'inverno , 110 famiglie in un convoglio di 43 carri bestiame guidati da padre Armildo partono in direzione di Macali. E' il 7 settembre 1979, festa dell' Indipendenza; la polizia è impegnata nelle cerimonie e nei cortei. Così le famiglie arrivano indisturbate a destinazione verso le due di mattina e piantano subito una piccola croce nel terreno, ritenendo che il crocifisso rappresenti al meglio la sofferenza dei lavoratori rurali. Montano le loro baracche coperte di teloni di plastica nera, dividono il cibo portato e prendono parte alla messa celebrata da padre Armildo.

La polizia arriva lo stesso giorno ma senza adottare provvedimenti contro le famiglie. Sessantotto giorni più tardi, giunge a Macali un gruppo di militari ben armato con l'ordine di sgombero. Trovano però una barriera inattesa: quella creata da donne e bambini decisi a opporre alle armi i propri corpi indifesi.

Le famiglie restano accampate quasi un anno, lavorando collettivamente la terra per la prima volta nella vita, in mezzo agli innumerevoli intralci posti dal governo, finché all'inizio di settembre 1980 il governatore concede alle famiglie di restare.

Il 25 settembre di quell'anno 170 famiglie occupano la vicina Fazenda Brilhante, mentre il 6 dicembre un uomo chiamato Natalio, insieme alla sua famiglia monta una baracca presso un incrocio stradale denominato Encrizilhada Natalino. Molte famiglie si uniscono a quella di Natalio fino ad arrivare, nell'aprile del 1981, a quota 469.

Se la vittoria riportata a Macali aveva riempito di speranza le famiglie quelle accampate a Encruzilhada Natalino avrebbero dovuto sostenere una lunga, sfiancante ed eroica lotta, resistendo per tre anni al sole, al vento, alla pioggia, alla fame, alle intimidazioni, sotto i teloni di plastica nera che ancora oggi costituiscono la caratteristica degli accampamenti dei Sem Terra. E in questo accampamento che sarebbe diventato simbolo della lotta contro la dittatura militare viene a portare la solidarietà dom Pedro Casaldàliga. Era già un vescovo famoso. I dirigenti lo avevano già conosciuto quando sotto la dittatura, distribuirono clandestinamente tra gli studenti una sua poesia in omaggio del Che. Una delle voci profetiche della chiesa universale: un pastore, un lottatore, un poeta. Le sue parole furono di grande conforto: " Fratelli, in nome di Gesù di Nazaret, in nome del Dio liberatore, io, vescovo, vi assicuro, vi prometto che, se resterete uniti, conquisterete la terra che sognate e che è di tutti e di tutte". Era quello che mancava dopo due anni di accampamento. La lotta dura e difficile continua ancora, ma nel settembre del 1983, dopo mille giorni di accampamento, le famiglie conquistano la terra. Avevano sfidato il regime militare e avevano vinto. Era arrivato il momento, c'erano tutte le condizioni per la nascita ufficiale del Movimento dei Lavoratori rurali senza terra.

Nasce il MST

A Cascavel, nel Paranà, dal 21 al 24 gennaio 1984, circa 80 lavoratori senza terra, provenienti da 13 stati, vescovi, preti e suore, dopo tre giorni di intenso dibattito fondano il Mst e ne definiscono i principi.

Il nuovo movimento sarà guidato dagli stessi lavoratori senza terra e si manterrà indipendente dalla chiesa, dai sindacati e dai partiti politici. Sarà aperto a tutta la famiglia, sostenendo l'uguaglianza dei diritti per uomini e donne, vecchi e giovani. Saràun movimento di massa, dal carattere al tempo stesso sindacale ( orientato cioè, in un primo momento, a soddisfare essenzialmente rivendicazioni di tipo economico), popolare ( aperto cioè a tutto ciò che è presente nella società) e politico ( deciso a sposare gli interessi particolari con gli interessi di classe). Vengono definiti tre grandi obiettivi: garantire la sopravvivenza dele famiglie con la occupazione delle terre; la riforma agraria e il superamento del modello capitalista per l'avvento di una società giusta e fraterna, senza più sfruttati e sfruttatori. Viene definita lo slogan del movimento: "La terra a chi la lavora". Parola d'ordine che per molti anni è stata gridata in Italia a testimonianza della universalità delle battaglie del mondo contadino.

Il periodo è di grande fermento. Un anno dopo, al Primo Congresso che si svolge a Curitiba i delegati sono diventati 1.600 in rappresentanza di 23 stati. Ci sono le vedove dei lavoratori e dei militanti uccisi nei tre anni precedenti ( sono 277 gli uccisi nei tre anni precedenti). Il Congresso imprime vigore alle lotte, nasce una grande ondata di occupazioni. Negli stati del sud, dove l'Mst è più forte, sono circa 50 mila le famiglie che partecipano a occupazioni di terre, spesso con l'aiuto di preti e vescovi progressisti. I latifondisti rispondono creando la loro organizzazione, l'Unione Democratica Ruralista. La lotta diventa serrata. Il 29 ottobre 1985, duemila cinquecento famiglie occupano i 9mila cinquecento ettari della fazenda Annoni. E' una occupazione programmata con grande cura. La partenza avviene durante una fredda notte di luna piena. Circa 100 carri bestiame, 30 pullman, 15 moto, e decine di macchine partono simultaneamente da diversi luoghi in direzione della fazenda. Di continuo i carri devono fermarsi per far salire altre famiglie in attesa sul ciglio della strada. Arrivati finalmente a destinazione, le famiglie iniziano ad organizzare l'accampamento, montando le baracche, prendendo acqua dal fiume, accendendo il fuoco per cucinare. La polizia arriva già il primo giorno armata di tutto punto. E' l'inizio di un assedio che durerà un anno. Alle famiglie è proibito coltivare la terra in attesa della decisione dell'organo giudiziario sulla espropriazione dell'area. Ma il tempo passa e nessuna decisione viene adottata. Serviranno scioperi della fame, marce, momenti di forte tensione con la polizia. Alla fine, dopo nove anni di lotte passati soto i tendoni di plastica nera, la terra viene conquistata.

Il movimento si espande.

Dalle conquiste emergono necessità nuove, cresce il numero delle persone coinvolte. Si realizzano incontri, si definiscono i settori primari, si scelgono i rappresentanti e si crea una segreteria.

Cambia il regime ma chi lotta viene ucciso come prima

Negli ultimi cinque anni 585 persone sono state uccise in conflitti per la terra a fronte delle 884 assassinatew nei ventun anni del regime militare. Tra loro anche il sindacalista Chico Mendes, leader dei seringueros dell'Acre, assassinato nel dicembre del 1988.

Alla fine del 1989 il Movimento aveva realizzato 730 insediamenti per un totale di 3,6 milioni di ettari e di oltre 80.000 famiglie interessate.

Nella regione del Pontal viene applicata una nuova tattica. Qui i senza terra non oppongono resistenza allo sgombero, ma ogni volta tornano ad occupare l'area. E questo per ben 23 volte. Il 28 febbraio 1993 sono addirittura 1.700 le famiglie che promuovono la occupazione della fazenda Sao Bento: tutte vanno a lavorare la terra ma restando accampate all'esterno, accanto a una linea ferroviaria abbandonata. E così ogni volta che il proprietario manda i suoi pistoleros a sgomberare le famiglie, quelli li trovano a vivere in maniera perfettamente legale fuori dai confini della fazenda. Finalmente, nel febbraio 1994, il governo espropria la terra e la assegna alle famiglie.

Come funzionano le occupazioni

Le occupazioni sono realizzate in genere, da grandi gruppi di contadini, i quali arrivano all'alba, da comuni diversi e a volte distanti, nell'area prescelta: Al grido di " riforma agraria, questa è la nostra lotta" i lavoratori tagliano la recinzione del latifondo, entrano festeggiando, scelgono il luogo in cui accamparsi e cominciano a montare le baracche ricoperte di plastica nera, conservando la tenaglia che tagliato la recinzione come un oggetto di valore simbolico. infine realizzano la prima assemblea con canti, danze e slogan per coinvolgerele famiglie e tenerne alto il morale.

Le persone eleggono i membri del comitato dell' accampamento, quelli con le necessarie qualità di leader,rispettati da tutti, capaci di prendere decisioni anche in condizioni difficili. Vengono create le diverse commissioni con il compito di costruire altre baracche, stabilire cucine comunitarie, organizzare classi di alfabetizzazione di adulti e bambini, creare gruppi per la raccolta di rifiuti e per la programmazione dei giochi. Uomini e donne condividono le responsabilità in materia di salute e di educazione,i lavori di pulizia, il coordinamento delle riunioni. La donna deve partecipare a pieno titolo alle decisioni politiche, E l'uomo è chiamato a resistere alla tentazione di assumere responsabilità maggiori di quelle della donna. Tutti hanno un compito da svolgere. Tutti partecipano al processo decisionale. E tutti devono rispettare le regole di base dell'accampamento: svegliarsi presto per partecipare alle assemblee, far parte cdelle commissioni, prepararsi per la resistenza di massa. E rispettare i divieti: non bere, non fare uso di droghe, non usare violenza contro donne e bambini. Ma per quanto la disciplina sia dura e tutto avvenga sotto la costante minaccia di uno sgombero violento dalla parte della polizia o dei pistoleros e sotto gli attacchi di chi li dipinge come vagabondi, agitatori di professione, addirittura guerriglieri ben addestrati, i partecipanti all'accampamento provano un senso di benessere e autorealizzazione.

Negli accampamenti la vita delle persone cambia sul serio. Avviene una trasformazione profonda. Tutti quelli che nel corso della vita sono stati comandati dai padroni, repressi dalla polizia, condannati dalla giustizia, abbandonati davanti agli ospedali, ora sono lì a stabilire le proprie leggi, a fissare gli orari, a limitare l'uso delle bevande alcoliche, a organizzare il pronto soccorso, a occuparsi dei malati, a garantire l'ordine senza rompere l'armonia interna dell'accampamento.

Una volta conquistato il titolo di proprietà della terra, l'accampamento si trasforma in insediamento, inteso come un insieme di famiglie che vivono e lavorano in un'area destinata ai contadini senza terra e da loro utilizzata per l'agricoltura e l'allevamento del bestiame. Qui gli insediati possono tornare a una vita normale, uscendo dalle condizioni estreme vissute nell'accampamento.

Ma la strada si presenta decisamente in salita. Il patrimonio tecnico di una famigli era costituita da un bue e da una zappa. La forma di collaborazione ta famiglie è quella del mutirao, il lavoro comune per pulire il terreno, costruire case, provvedere al raccolto.

La prima battaglia degli insediati è quella pere ottenere una linea di credito sussidiata, con lunghi tempi di restituzione, per le infrastrutture, i mezzi di produzione, il miglioramento delle condizioni abitative delle famiglie.

E se la maggior parte sceglie il modello di produzione famigliare sui terreni individuali. Cresce nel corso del tempo il numero di coloro che passano a sperimentare forme più organizzate di cooperazione, associandosi per comperare macchinari, per utilizzare collettivamente i mezzi di produzione, puntando a creare piccole agroindustrie per eliminare gli intermediari. Lentamente si forma una nuova mentalità. L'Mst punta a sviluppare un nuovo tipo di agricoltura che combini i migliori elementi della produzione contadina, a cominciare dalla salvaguardia dell'equilibrio ecologico con le innovazioni tecnologiche più avanzate.

Oggi sono più di 100 le cooperative di produzione esistenti negli insediamenti dell'Mst, il quale è presente in 24 dei 27 stai brasiliani, ha ottenuto 7,5 milioni di ettari di terreno e insediato 350 mila famiglie ( a cui si aggiungono 60 mila famiglie accampate, oltre a 1.900 associazioni e 90 agroindustrie e a diverse cooperative di commercializzazione.

Il ruolo della Chiesa.

Preoccupata degli alti livelli della violenza, la chiesa cattolica crea, nel 1975 la Commissione pastorale della terra ( Cpt) per aiutare le famiglie espulse dalle loro terre e per combattere la pratica della schiavitù, assai diffusa nei latifondi. Tra il 1996 e l'inizio del 1999 la Cpt indivuda 1784 vittime del lavoro schiavo nella regione del Parà. Non sorprende come il Parà sia diventato in quei anni il teatro della più violenta lotta. Dal 1988 al 1998 sono almeno 488 le persone uccisa dai pistoleros. E solo due di questi vengono condannati, a cinquant'anni di prigione, per poi fuggire dopo tre mesi. Il sistema giudiziario dello stato è completamente asservito ai grandi proprietari di terra. C'è una guerra: quella dei latifondisti contro l'Msta. Una guerra che fa vittime da una parte sola.

La strage di Eldorado

Il marzo del 1989 alcuni senza terra iniziano l'occupazione della fazenda Macaxeira e per chiedere l'apertura di un negoziato circa 1500 famiglie decidono di bloccare la strada principale. Dopo diverse ore la polizia arriva dalle due direzioni della strada.In mezzo ai gas lacrimogeni e colpi sparati in aria i senza terra rispondono lanciando pietre. Poi è l'inferno. I militari sparano a chi giace a terra ferito. Sparano a chi tenta di fuggire. Sparano ai bambini. Molti vengono assassinati con gli stessi strumenti strappati ai lavoratori-coltelli, falci, pezzi di legno, zappe, strumenti di lavoro- per accreditare l'idea sono i senza terra ad accoltellarsi tra loro.. Al termine dell'operazione i morti sono 19 e i feriti sono scomparsi. E' la conferma di quanto riferito dai testimoni oculari: che cioè la polizia aveva ucciso a sangue freddo tutti i feriti che non erano riusciti a mettersi in salvo.

Una forte ondata di solidarietà interna e internazionale raggiunge il movimento. Il fotografo di fama mondiale Sebastiao Salgado dedica e regala all'Mst la mostra "Terra".

Salgado 1986

"E' impressionante la colonna dei senza terra formata da più di dodicimila persone, cioè da tremila famiglie, in marcia nella notte fredds di quell'inizio di inverno in Paranà. L'esercito di contadini avanza in un silenzio quasi completo. Si sente appena l'ansimare di respiri abituati ai grandi sforzi e il rumore sordo dei piedi che ticcano l'asfalto. Procede rapèido un contadino: ventidua chilometri vengono coperti in meno di cinque ore. Quando arrivano il giorno comincia a nascere. Poi il fiume di contadini che era sfilato sul nastro d'asfalto nella notte, giunto di fronte al cancello della fazenda, si ferma e si espande come le acque di una diga. I bambini e le donne vengono spinti verso il fondo, mentrte gli uomini prendono posizione per un eventuale scontro con i jagunços ( la polizia privata ) della fazenda.Di fronte alla inesistente reazione del piccolo esercito del latifondo, gli uomini in prima linea spezzano il lucchetto e scardinano il cancello. Entrano. Dietro, il fiume dei contadini si pone nuovamente in movimento. Falci, zappe e bandiere si innalzano nella valanga incontenibile delle speranze di questo nuovo incontro con la vita. E il grido represso del popolo senza terra risuona all'unisono nella chiarezza del nuovo giorno: 2 Riforma agraria, una lotta per tutti"

Una mistica speciale

Nel luogo dove avvenne il massacro dell'Eldorado, alla celebrazione del 25° anniversario della nascita dell'Mst, diciannove persone sporche di terra si sollevano dal suolo avvicinandosi ognuna ad un albero ( i diciannove alberi che costituiscono il monumento ai morti di Eldorado): sono le vittime della strage. A ognuno di loro viene portato un fiore che cancella ogni traccia di dolore dal volto. Le vittime, ormai pacificate, possono allora assistere i vivi nel loro compitodi piantare arboscelli. E così la vita rinasce. E' questa una delle centinaia di "mistiche" realizzate ogni giorno dall'Mst negli accampamenti, negli insediamenti, nelle scuole, negli incontri di ogni livello.

Quello della mistica è un concetto fondamentale nella vita del movimento , senza il quale non si comprenderebbe la sua natura. Secondo Frei Betto l'Mst, secolarizzando il termine teologico che esprime l'esperienza di Dio o del Trascendente, non ne svuota il significato fondamentale e neppure il carattere teologico: l'animazione è ciò che risveglia alla militanza e all'entusiasmo. Conquistare la terra è conquistare vita. E la vita è il dono maggiore di Dio. Pur essendo un movimento laico e sovra confessionale con il termine mistica l'Mst riesce a stabilire un rapporto stretto tra l'essere umano e la natura superando i limiti della sinistra tradizionale che circoscrive il suo obbiettivo principale alla conquista del potere, iniziando solo dopo la costruzione dell'uomo e della donna nuovi e della nuova società. L'Mst già si impegna a minare il vecchio ordine con la conquista di nuovi spazi alternativi: la riforma agraria, il cambiamento del modello economico, il socialismo non rimangono propositi utopistici, ma sono pratiche che, a livello embrionale, già si realizzano nelle occupazioni, negli accampamenti e negli insediamenti, nelle scuole rurali e nella struttura del movimento.

Un movimento saldamente ancorato alla dura realtà ma che si prefigge il cambiamento profondo considera importante l'uso dei simboli: come rappresentare la dedizione, il lavoro, le angosce, ma anche il sogno e la gioia che la lotta offre? La bandiera di colore rosso, che lega il movimento alla identità e alla tradizione di lotta della classe lavoratrice, con l'immagine di una coppia, un uomo e una donna con un coltello levato in aria.

Vi aspettiamo numerosi Venerdì 20 Marzo alle ore 17.30 a Palazzo Campana

Auser Osimo

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