Mostra d'arte contemporanea "Il paesaggio dell'anima"
MOSTRA D'ARTE CONTEMPORANEA ANTONIO DANIELE
IL PAESAGGIO DELL'ANIMA
Inaugurazione sabato 6 giugno ore 18.00
Orario di apertura: dal 6 giugno al 21 giugno 2015
dal martedì alla domenica dalle 18.00 alle 19.30 INGRESSO LIBERO
Associazione Culturale Galleria Puccini - Via Bernabei, 39 - Ancona
galleria.puccini@gmail.com www.galleriapuccini.it
Testo critico
"La pittura è stata per Antonio una passione e una pratica perseguita sin dall'infanzia,
da quando il nonno gli regalò un piccolo kit di acquerelli. L'assiduità e la costanza con
cui vi si è applicato fa tornare in mente il concetto di 'poesia ininterrotta' di Eluard,
una generosa e coraggiosa dedizione all'arte che la vede coincidere con la vita stessa
e con i gesti della quotidianità.
La pratica assidua nel tempo e la consistenza della produzione consentono di
individuare nell'opera del pittore due temi fondamentali e due passioni dominanti -
quella per la sua città adottiva, Ancona, e per il mare. "Più l'artista canta del suo
albero genealogico ? sosteneva Cocteau ? più il suo canto è intonato".
In effetti la pittura di Antonio è in piena sintonia con l'ambiente.
Di natura ovviamente localistica il tema urbano, lo è in parte anche il secondo.
Infatti riconosciamo il nostro mare nei suoi aspetti circoscritti e legati ad una funzione
specifica: la darsena, i moli, il bacino portuale, l'ancoraggio dei pescherecci.
Ci sono familiari lo specchio per le regate scandito dalle alte sottili vele bianche, le onde
gravate dai pesanti pescherecci, la rissa intorno dei gabbiani. Riconosciamo il verdazzurro, il cobalto il turchese, il grigio perlato delle albe che si riflettono nel golfo, il grigio?magenta dei crepuscoli (…).
L'altro tema dominante nella pittura di Antonio è la città con i suoi volti noti, gli angoli caratteristici, le piazzette le stradine anguste tra le alte mura dei palazzi, i campanili, i portali delle chiese, la distesa dei tetti. Anche qui familiarità ed estraneità giocano un doppio ruolo quando inconsuete angolazioni prospettiche e scorci decontestualizzati cancellano l'abitudine.
La categoria del duplice (mare - città; consuetudine ? estraneità) potrebbe ulteriormente essere indagata sotto altre forme. Relativamente alle due sfere di suggestione anche la tavolozza è drasticamente divisa tra tinte calde, di terra, e tinte fredde di mare o d'aria con le sue trasparenze.
Se consideriamo l'impostazione complessiva dell'immagine ci confrontiamo nuovamente con una dicotomia: costruzioni monumentali e fortemente coese si avvicendano a immagini minuscole, frantumate come un cristallo spezzato i cui frammenti sono lasciati l'uno accanto all'altro per suggerire la perduta visione d'insieme. (…).
Antonio è un artista versatile, ha inventiva, coraggio e curiosità (…). Sono tutte qualità importanti per conseguire risultanti eccellenti, ma non bastano. Occorre anche la passione, la generosità, un amore costante.
Antonio dimostra di possederle quando torna ripetutamente negli stessi luoghi per studiarli da altri angoli prospettici, penetrarne l'anima, restituirla con interpretazioni e mezzi sempre diversi. E' il modo come Antonio sa comunicarci la sua verità."
Ada Donati
Hanno scritto di lui:
"…L'Ancona che emerge dai suoi lavori appare avvolta da una intensa e lattiginosa luce che dà agli scorci più consueti e familiari un nitore ed una liquidità che rendono inediti monumenti e bellezze naturali della nostra città…."
(Antonio Luccarini)
"…pittore di verità, anche quando affronta il mezzo più intimo dell'acquerello, perché gli scorci di mare o di collina che egli volta a volta ci propone, sono, pur nella loro piena autonomia di vedute, rielaborate e riproposte dopo essere state passate al vaglio della coscienza, frammenti di quella natura che ci circonda…"
(Giovanni M. Farroni)
"…allora ho veduto paesaggi e marine di colori intensi e vivaci dove prevalevano le tonalità dei verdi e degli azzurri…ora il colore predominante è il grigio. Forse una nota di pessimismo che, però, non significa rifiuto dei valori della società, presa anche con i suoi difetti. In sostanza, un grigio ora quasi di piombo ora leggero e sfumato fino al bianco, con qualche tocco di rosso scuro (i tetti delle pesche; i tetti dei minuscoli borghi sparsi nelle campagne) di neri e verdi impastati. I suoi paesaggi, le sue marine, sembrano acquistare una dimensione ch'è fuori della realtà; il suo impressionismo diviene un mondo quasi rarefatto…"
(Aldo Severini)
"Questo cielo è il cielo di Ancona: opaco, compatto, bianco, fatto di luce diffusa e senza colore, quinta e volta di tela densa, quasi un effetto luminoso escogitato per realizzare diapositive in cui i colori delle case e dei portoni non siano falsati, ma si staglino satinati e antichi, austeri e smorzati, porosi, fra le modanature degli stipiti e delle lesene (…)
Con una pennellata rapida e quasi distratta, Daniele campisce la tela fin oltre i suoi confini, aprendo vedute di appagante grazia e freschezza, in cui è la velocità del tratto che meglio suggerisce atmosfere marine sotto le sferzate della tramontana…"
(Lucilla Niccolini)