Mostra fotografica - Corteggiamento Calmo 2016
"Fiori ricercati, fiori donati, fiori misteriosi recisi per essere sacrificati in nome della bellezza per ricordare la Durata.
Il fiore è un "canto alla durata", con gesto apotropaico rimanda a ricordi e li materializza davanti a noi.
Qui il soggetto del lavoro non è simbolo di caducità come una pioggia di ciliegi durante l'hanami giapponese, qui il fiore è appiglio è medium che permette la coesione tra la nostra voglia di vedere e quella dell'essere ri-visto.
Il fiore che simboleggia lo scorrere inesorabile del tempo, qui in questo progetto è reso volutamente silenzioso e immerso in un tempo cristallizzato, ambiguo.
Il fiore genera meditazione che si amplifica in riflessione grazie all'assenza di cromatismi".
Angelo Iodice (Barletta, 1980) studia Chimica all'Università degli studi di Bari.
La sua innata passione per l'arte contemporanea lo accompagna in un percorso di crescita culturale parallelo, che lo dirige con fermezza al mondo della fotografia. Ricerca letteraria e approccio concettuale sono precisi stilemi del suo linguaggio fotografico.
La sua fotografia nasce dal desiderio di entrare in contatto con le cose.
Ecco perché Angelo Iodice afferma: "Credo che la Fotografia e la Chimica siano i medium che mi permettono di entrare nell'intimità delle cose e degli eventi.
Mi piace vedere gli eventi, catalogarli e studiarli e poi lasciarli reagire l'uno con l'altro per poi osservare il prodotto finale.
Mi piace usare la fotografia per trasformare in esperienza pratica una leggera percezione o una grande idea offuscata o una mia ossessione.
La mia fotografia predilige l'assenza dell'uomo e di qualsiasi idea di movimento, ricercano l'assenza concretizzando l'idea di vuoto. Le immagini si stagliano misteriose nella loro immutabilità inducendo
l'osservatore a chiedersi cosa quei paesaggi interiorizzati stiano aspettando.
Sono visioni in cui il tempo sembra come cristallizzarsi e smettere il proprio naturale fluire.
Le mie foto sono fuori da qualsiasi confine temporale"