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La Polizia contro il cyberbullismo, arriva l'opera teatrale di Luca Pagliari

Il cyberbullismo in Italia ha fatto dei morti. Ecco perché questo spettacolo teatrale farà tappa a Senigallia il prossimo 24 marzo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Senigallia 24 marzo 2015, partito da Cagliari il 26 febbraio, dopo le tappe Ravenna e Milano, giunge a Senigallia al Teatro Fenice "Like- Storie di vita online",   il format giornalistico-teatrale dedicato al cyberbullismo. L'incontro é parte integrante della campagna educativa itinerante di “Una vita da social” giunta alla sua 2^ edizione. Per la sua chiave comunicativa originale e la sua forza emotiva, "Like - storie di vita online" ha immediatamente riscosso un enorme successo da parte dei docenti e soprattutto degli studenti. Ancora una volta  la Polizia di Stato scende in campo, questa volta con un marchio storico come Baci Perugina, con un solo grande obiettivo: “rendere la rete sempre più sicura per evitare che i gravissimi episodi  di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto della rete”, possano ripetersi. «Sono orgoglioso - afferma il giornalista Luca Pagliari, ideatore e conduttore dell'incontro - di portare questa campagna nazionale nella mia città. Tra l'altro le immagini con cui ho ricostruito parte della storia, le abbiamo girate quasi interamente a Senigallia. I ragazzi del Liceo Scientifico "E. Medi" mi avevano chiesto di partecipare alla loro assemblea, mi é quindi sembrato bello sfruttare l'occasione per realizzare la tappa. Il giorno dopo saremo a Torino, insomma, anche le date coincidevano perfettamente».

Lo spettacolo prende spunto da una drammatica vicenda di cronaca avvenuta a Roma il 20 novembre 2012, quando il quattordicenne Andrea Spezzacatena, studente di liceo, si tolse la vita all’interno della propria abitazione. Solo in un secondo momento la famiglia scoprì che Andrea era stato vittima di pesanti attacchi alla sua persona tramite un social network e accusato di essere gay e conosciuto con l’appellativo “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Durante il format, dedicato a oltre 800 studenti del Liceo Scientifico Medi, l’autore farà capire l’importanza delle parole in tutte le sue sfumature attraverso filmati, letture, musiche e testimonianze dirette.  “Like-Storie di vita online” non lancia accuse e non intende processare alcuno; è impossibile stabilire quale peso abbiano avuto le frasi terribili rinvenute in varie chat, sulla scelta compiuta da Andrea. La nuda cronaca offre però spunto per avviare importanti considerazioni sul peso delle parole, sul loro valore e sulla loro potenza. Sulle nostre responsabilità, sul senso profondo della diversità.” Lo storico Bacio Perugina, che deve il suo successo all’importanza di un messaggio d’amore contenuto al suo interno, sposa la campagna educativa itinerante di “Una Vita da Social” della Polizia di Stato con la rappresentazione teatrale “Like-Storie di vita online”. 

L’obiettivo dell'evento, infatti, è quello di prevenire episodi di cyberbullismo, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. 
“Baci Perugina, da sempre icona del messaggio d’amore - afferma Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia - è lieta di essere parte attiva all’interno della campagna per sostenere il proprio messaggio  contro gli atti e le parole offensive che circolano in rete ma non solo”. Il tour teatrale è partito da Cagliari e farà tappa nelle principali città italiane  –  Ravenna  Milano, Torino, Perugia, Roma, Firenze, Palermo, Padova, Bari. In occasione dello spettacolo, Baci Perugina coinvolgerà tutti gli studenti facendoli diventare interpreti di frasi che contengano un messaggio d’amore, trasformandoli in cartigli virtuali da far vivere sui social network. Questo per dimostrare che un uso positivo della rete è fondamentale e la sensibilizzazione diventa di primaria importanza. Tramite l’hashtag #unaparolaeunbacio da condividere sul canale Twitter Baci Perugina (@baciperugina) e la pagina Facebook Una vita da social (www.facebook.com/unavitadasocial), i ragazzi delle scuole potranno postare le loro frasi e condividerne contenuti. Questa ulteriore iniziativa – dichiara Cinzia Grucci, Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per le Marche – vuole riprodurre i comportamenti di prevaricazione e violenza operati sulla rete e non solo, per far riflettere i ragazzi su quanto sia dirompente e drammatico per chi lo subisce.  Va anche detto – continua il dirigente del Compartimento Polizia postale e comunicazioni delle Marche - che dopo gli incontri di sensibilizzazione nelle scuole sono aumentate le segnalazioni e le denunce da parte di minori nei confronti di altri coetanei per soprusi subiti. Solo uscendo allo scoperto, infatti, le vittime possono isolare i “bulli” e costituire una “rete amica” fatta di compagni, amici ma anche genitori, insegnanti, rappresentanti delle forze dell’ordine che attirino nella rete amicale anche il bullo stesso. Paradossalmente, il vero pericolo non è costituito da chi agisce (il bullo) ma dai soggetti terzi, ovvero persone che “non  agiscono” direttamente e tuttavia, con la loro condotta omissiva, creano il substrato omertoso che rende efficace l’azione dell’agente. Senza “pubblico”, infatti, il bullo non agisce, forse neppure esiste.  Si consideri, infine,  che chiedere  aiuto, può servire a chi subisce atti di bullismo a sentirsi meno solo perché  spesso – come nel caso dell’adolescente romano-  il vero pericolo è costituito dal nostro stato d’animo, esasperato da situazioni negative, nel mentre non si riesce a riconoscere, ad evidenziare  il bene che ci circonda.  Il nostro lavoro di prevenzione vuole produrre  nei ragazzi l’effetto di acquisire maggiore consapevolezza e coraggio nel rappresentare le proprie situazioni di disagio.

Segnalare, denunciare alle Forze dell’Ordine, se serve, può aiutare e servire da esempio. Trecento i casi di cyberbullismo segnalati alla Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2014, il doppio dell’anno precedente, trenta i minorenni denunciati all’Autorità Giudiziaria per aver diffuso immagini pedopornografiche sul web, aver perseguitato, diffamato e molestato coetanei, usando i nuovi media.

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