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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I fronti di guerra del Medio Oriente al Festival del Giornalismo di Inchiesta delle Marche

Più di 200 perone venerdì sera al Chiostro San Francesco di Osimo per ascoltare Lucia Goracci, inviata di Rai News 24 a Gaza e Asmae Dachan, giornalista e blogger di origini siriane

Più di 200 perone venerdì sera al Chiostro San Francesco di Osimo per ascoltare Lucia Goracci, inviata di Rai News 24 a Gaza e Asmae Dachan, giornalista e blogger di origini siriane. Attraverso la loro testimonianza diretta, il pubblico ha vissuto gli orrori che stanno attraversando i teatri di guerra più duri da affrontare, appunto, come Gaza e la Siria. Tutto grazie a giornaliste come loro che, con coraggio, hanno seguito il loro dovere di croniste. Arrivando in fondo alle vicende di sangue che ogni giorno colpiscono gli abitanti di quei territori, si sono fatte carico di una responsabilità pesantissima: essere gli occhi e le orecchie del mondo che vede e ascolta la sofferenza di chi vive sotto le bombe delle zone di guerra. E’ stata la stessa Goracci a raccontare di come arrivare a Gaza fosse un rischio troppo alto anche per giornalisti importanti, tutelati, segnalati e assegnati in zone più o meno sicure come le aree costiere. Sempre in costante contatto con le ambasciate. Ma mai sicuro. «Se gli israeliani, per errore, hanno bombardano una scuola che è tra i luoghi più sicuri, evidentemente al sicuro non era nessuno» ha detto la reporter della Rai. Tanti i momenti difficili in cui, con il suo cameraman Lorenzo Maffei, si era pensato di mollare. «Poi bastava andare in un ospedale e vedere un bambino ferito per dire: No dai restiamo» ha detto la Goracci. Proprio lei ha parlato della sua esperienza nella striscia di Gaza. Ma più di ogni altra parola il pubblico ha atteso il momento della serata, diretta dal vice direttore di Rai News 24 Filippo Nanni, in cui è stato proiettato il reportage video della giornalista intitolato “21 giorni a Gaza”.

Poi ha parlato Dachan e di come una giovane giornalista freelance come lei, senza una grande azienda come la Rai al suo fianco, ha preso quelle poche cose che le servivano per fare un’inchiesta direttamente dalla Siria. una terra che conosce bene e che rivendica come la sua, come lo è l’Italia. «Alcuni giornali mi hanno contattato per conoscere quello che avevo raccolto ma ho preferito trasmettere le emozioni di quel mondo nel mio blog, cercando anche di uscire dagli schemi di una cronaca asciutta richiesta dai classici giornali» ha detto la giovane reporter, arricchita dalla realtà di un paese sconvolto dalla guerra civile quale è la Siria.

Stasera il Festival prosegue a Castelfidardo, con l'assegnazione del premio inchiesta 2014 a "Le Iene".

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