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Fausto Coppi e Alceo Moretti, quando il Campionissimo incontrò l’anconetano

Ad Alceo Moretti si deve l’idea di investire il budget pubblicitario dell’azienda della quale era direttore commerciale – la Tricofilina - su una squadra ciclistica da far capitanare a Fausto Coppi

C’è l’intuizione di un marchigiano sempre all’avanguardia come Alceo Moretti dietro le ultime battute della carriera di Fausto Coppi, il Campionissimo, il grande ciclista raccontato nel libro scritto dal giornalista Marco Pastonesi. “Coppi ultimo”, il titolo. Dove l’aggettivo, ovviamente, non parla di posizionamento in classifica o nel cuore dei tifosi. La presentazione giovedì 12 dicembre alle 18 alla sala convegni del Coni (presso Pala Prometeo Estra) alla presenza dell’autore, affiancato dal presidente del Coni Marche Fabio Luna, Lino Secchi, presidente Federciclismo Marche, Andrea Carloni, presidente regionale dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e il giornalista e scrittore Rai Giancarlo Trapanese. Ma cosa c’entra Moretti e perché, nei capitoli che lo riguardano, viene descritto come un “genio marchigiano”.

Ad Alceo Moretti si deve l’idea di investire il budget pubblicitario dell’azienda della quale era direttore commerciale – la Tricofilina - su una squadra ciclistica da far capitanare a Fausto Coppi. Correva l’anno 1959. Il Campionissimo, ormai arrivato sulla soglia dei 40 anni, era rimasto senza squadra. Moretti, capendo che invece Coppi era ancora molto amato dalla gente, punta tutto su quella che poi diventerà la Tricofilina Coppi. Moretti patron, Coppi caposquadra. Il libro racconta l’ultimo anno di gare. Fatto di poche soddisfazioni sportive in termini di risultati ma di un immutato amore per un personaggio destinato a diventare leggenda. Immortale.

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