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Lo sfruttamento dei giovani giornalisti, parla Enzo Iacopino

Più i giovani giornalisti vengono sfruttati e disillusi nelle loro speranze, più i cittdini dovranno rinunciare ad un loro sacrosanto diritto: avee una stampa libera e un'informazione di qualità

Ieri pomeriggio si è tenuto un altro incontro importate per il Festival del Giornalismo d'Inchiesta di Osimo: ha parlato Enzo Iacopino (Presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti), moderato da Dario Gattafoni (Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Marchigiani). Presenza illustre tra il pubblico, quella di Dario De Liberato (già Capo Redattore del Resto Del Carlino di Ancona, per 4 mandati Vice Presidente nazionale Ussi e Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti). Presente anche il sindaco di Copertino, in provincia di Lecce, in quanto città gemellata con Osimo: per entrambi il patrono della città e San Giuseppe.

Iacopino non è certo una persona che utilizza mezzi termini e quando ha parlato del giornalismo di oggi ha parlato forte e chiaro: "Abbiamo una reputazione noi giornalisti che ci meritiamo di avere, ma quello che si dice di noi è esagerato rispetto alla realtà". Si è infatti scagliato contro quei redattori o direttori di giornali, che negano la libertà dei giovani giornalisti, pagandoli una miseria e puntando sul fatto che il mercato del lavoro è in crisi. Dunque ecco la risposta, quando ci domandiamo come mai il giornalismo di una volta non c'è più, perchè il reporter sia una figura che via via sta scomparendo, come mai le notizie sono sempre meno di qualità. "C'è una cosa che non capisco della politica – ha detto Iacopino – Ci sono leggi che perseguono il caporalato in agricultura, cioè quelli che, nella mia Calabria, passano col pulmino per caricare lavoratori per raccogliere i pomodori per 25 euro al giorno. Perché non avviene nel mondo dell'informazione?". Ma i giovani giornalisti che si lasciano sfruttare sono complici perché se non ci fosse la loro complicità in primis "non verrebbero pagati una porcheria".

Si è poi parlato della morbosità di alcuni modi di fare giornalismo, in particolare quello dei casi di cronaca nera nazionale che, a volte, fanno dimenticare a qualcuno cosa significhi essere giornalista. Su questo Iacopino ha citato Pippo Fava, giornalista ucciso con 5 colpi di pistola alla testa: "Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo."

Da questo incontro con il Presidente dell'Ordine è venuta fuori una relalà dura, difficile sia per chi è dentro il mondo del giornalismo da anni, sia per chi solo oggi ci si vuole affacciare. Ascoltare Iacopino, che per descrivere le condizioni di degrado del lavoro, ha citato un giornale, che percepisce più di 2 milioni di euro all'anno di finanziamento pubblico e poi paga i suoi collaboratori 50 centesimi lordi ad articolo, è stato come ricevere un cazzotto nello stomaco e se qualcuno pensasse che in fondo sono solo problemi di chi fa il giornalista, ha sbagliato di grosso. Chi ci rimette davvero è l'intero paese, che deve rinunciare ad un diritto sancito della Costituzione: avere una stampa libera e un'informazione di qualità.

Iacopino ha poi concluso all'incontro con un messaggio ai giovani giornalisti di Ancona e d'Italia: "Non ho una ricetta per l'oggi, ma so che se qualcuno, il giornalista lo vuole fare davvero, dal profondo del cuore, non ci sarà nulla che lo potrà distogliere da questo".




 

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