Il re del reggae Alpha Blondy sabato 2 maggio al Miami per l’unica data in Italia
Uno dei volti della musica reggae nel mondo. Un artista unico e soprattutto autentico. Milioni di dischi venduti e la stessa umiltà che lo riporta costantemente alle sue radici africane. Stiamo parlando del reggae king Alpha Blondy che sabato 2 maggio sarà ospite al Miami di Monsano per l’unica data in Italia.
Il numero uno degli artisti reggae ancora in attività con alle spalle 19 album pubblicati ha scelto il club di Monsano come unica data per esibirsi in Italia, data non a caso perché coincide col vero afro remember Jamaè. Quello di sabato è quindi un appuntamento da non perdere per nessun motivo al mondo.
Alpha Blondy non ha bisogno di presentazioni visto che il suo nome è ben noto anche fuori dai confini della musica regga e dancehall. Primogenito di nove figli, Seydou Konè (questo il suo vero nome) nasce in Costa d’Avorio nel 1953. Fonda già da ragazzo il suo primo gruppo musicale: l'Atomic Vibration e dopo il suo trasferimento in Liberia inizia a cantare prevalentemente in inglese. Nel 1976 si trasferisce negli Stati Uniti e fa la sua prima esibizione a New York con il gruppo reggae Monyaka. Successivamente accusa qualche problema personale e familiare e quando molti lo credevano per spacciato, nel 1983 torna alla ribalta e incide insieme ad alcuni musicisti ghanesi il suo primo album, Jah Glory, grazie al quale vince ben tre dischi d'oro.
Uno degli artisti afro-Reggae più conosciuti al mondo, uno dei pochi produttori capace di mixare le influenze africane, europee e caraibiche creando sempre qualcosa di diverso. I suoi lavori più attuali si orientano verso un genere Roots-Reggae ma senza dubbio l'album Jerusalem del 1986 rappresenta una pietra miliare della sua carriera musicale, prodotto con il gruppo The Wailers da Tuff Gong (Bob Marleys Studios). Alpha Blondy canta i suoi testi in ebraico, inglese, francese, arabo e in alcuni dialetti dell'Africa Occidentale (come ad esempio il baolé ed il dioula). Anche i suoi ultimi album sono stati apprezzatissimi dalla critica e dal pubblico, in particolare L’essentiel del 2003, Jah Victory del 2007 e l’ultima sua fatica discografica, Vision del 2011.
Lo straordinario live si inserisce all’interno del remember Jamaè, quindi una precisazione è obbligatoria. La musica afro ha delle radici profonde. E quelle radici sono il Jamaè. Non esiste amante di questo genere musicale che non conosca lo storico locale di Monteroberto che per anni ne è stato il tempio. Indimenticabili le sue serate alle quali partecipavano giovani da tutta la regione e anche oltre. Un club capace di scrivere la storia, creare un genere musicale e una cultura come pochi locali in Italia sono riusciti a fare. Il Jamaè oggi è solo un ricordo, un bellissimo ricordo. Ma i ricordi sono fatti per essere rivissuti. Quando? Sabato 2 maggio al Miami di Monsano. Cambia la location ma la passione è la stessa, così come gli storici dj, la cosiddetta piramide. In consolle gli inossidabili Fabrizio Fattori, Ebreo, Pery e Meo, le colonne portanti della musica afro nel nostro paese e in Europa.
Fabrizio Fattori, classe 1959, nel 1976 era già al Papillon Club a far girare i primi dischi. Inizia a girovagare per l’Italia e all’estero e ad esibirsi nei locali più celebri. Il resto è storia: icona del Jamaè e oggi del Mamamia di Senigallia. Se la musica afro ha un volto, quel volto è il suo.
Ebreo nasce come dj nel 1977 influenzato fortemente dalla Baia degli Angeli. A cavallo fra il ’79 e l’’80 il suo stile si sposta definitivamente sul funky brazil e comincia a girare i migliori locali d’Italia e d’Europa. Anche lui fu “catturato” dal Jamaè di Monteroberto e contribuì a renderlo grande. Indimenticabili i suoi dischi di fine serata, all’alba, vere e proprie sigle di arrivederci.
Meo, all’anagrafe Daniele Mei, comincia a mixare nel 1977 a Bologna. Nel 1983 fa il suo primo ingresso alla Mecca e nel 1985 arriva il suo primo disco intitolato Fine corsa. Acclamato dalle folle di tutta Italia e non solo, sono ancora vive nella memoria le sue “aperture”, ovvero i primi dischi della serata capaci di scaldare l’ambiente come nessun’altro.
Pery nasce musicalmente nel 1979 alla discoteca New York di Rimini e nel 1980 ha già l'opportunità di diventare il dj resident. Nel 1981 apre ed imposta musicalmente il Melody Mecca di Rimini. Dalla consolle riesce a trasmettere quello che, spesso, non gli riesce a parole. Dal 1999 entra al Jamaè e manda in delirio il pubblico. I suoi ritmi si riconoscono anche da mille chilometri di distanza.
Per la serata sarà vitato l’ingresso ai minori di 25 anni.