Galleria Puccini: "Cieli, display e lacrima di Morro D'Alba"
Presentazione a cura di Marvi Maroni
Inaugurazione 23 novembre ore 18.00
25 novembre - 8 dicembre, orario 17.30 - 19.30 escluso lunedì 1 dicembre
Galleria Puccini, via Bernabei 39 Ancona
"Da domenica 23 novembre a lunedì 8 dicembre, gli spazi della Galleria Puccini saranno abitati dalle opere di Rodrigo Blanco, nell'allestimento intitolato "Cieli, display e Lacrima di Morro D'Alba".
L'autore pone il suo sguardo su possibilità e contraddizioni del mondo connesso.
Attraverso le opere proposte, realizzate con il metodo che egli stesso definisce "pittura connettiva", cerca di ritrovare unità e concretezza del reale, contrastando l'opinione generalizzata che vuole individuare nella globalizzazione un principio di decadenza dei valori della società umana.
Egli riconosce il fatto che la realtà virtuale con la sua immaterialità e la sua volatilità, ha ormai formato l'abito mentale dell'uomo contemporaneo, ne ha prodotto l'alienazione e la perdita di orientamento, per questo insiste sulla possibilità di riaffermare attraverso "il ritorno alle cose" la consapevolezza che essa non può sussistere di per sé stessa ma deve essere sempre ricondotta alla realtà materiale di cui ne è rappresentazione.
Il mondo si dirige verso la sua unità, pur attraversata da conflitti originati dalla difesa di confini e interessi individuali. La pittura da sempre accompagna, talvolta indirizzandolo, questo processo tormentato di unificazione: essa connette, abbraccia, è materia dell'eterna rinascita.
Come cieli che rappresentano visori naturali in cui scorrono le immagini dei nostri desideri, i display risultano vere e proprie finestre che ci permettono di vivere nella dimensione in cui è possibile comprendere la totalità di relazioni che abita il mondo. Tra l'ironia e la sacralità l'uso del vino di Morro D'Alba come simbolo unificante sottende alla esortazione di una nuova rinascita della cultura che deve ripartire necessariamente dalle radici, dalla terra. Il vino Lacrima rappresenta sangue e spirito di un luogo che nella sua esigua dimensione locale è però capace di respirare in una grandezza universale."
R.
"[…] Macchie colorate come organismi unicellulari in via di sviluppo, forme fluide che si sdoppiano, colte nel dispiegarsi di una perpetua trasformazione.
Il pensiero che sottende la produzione di Rodrigo Blanco è molto profondo, ha le sue radici nel concetto di fluidità e continuità dell'esistenza, richiama il concetto di "carne" elaborato dal filosofo francese Merleau Ponty. Rodrigo elimina ogni dualismo, la sua arte è un continuum materico che prende ogni volta una forma diversa, è una emanazione di una sostanza comune.
Non c'è quindi una separazione tra soggetto ed oggetto, né divisione tra pensiero cognitivo e esperienza empirica, sensitiva. C'è l'essere al mondo. Essere in comunicazione col mondo, questo apre l'accesso alla possibilità.
La percezione è relazione vissuta e ambigua degli elementi soggettivi e oggettivi. "se volessi tradurre esattamente l'esperienza percettiva, dovrei dire che si percepisce in me e non che io percepisco" (M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione).
La percezione quindi è il momento più importante dell'esperienza esistenziale, è quello in cui l'uomo sente e vive il sé e l'altro da sé.
Rodrigo Blanco non ammette la verità assoluta. Nell'unica soluzione sta la morte della continuità, della vita. Tutte le opere di Blanco sono ambigue, aperte a interpretazioni e mutazioni.
Se tutto è fatto di una stessa sostanza, di una stessa "carne" allora possiamo prevedere anche delle emanazioni dal corpo, che non sono protesi, ma continuità dell' essenza, che nel contatto con qualcosa di nuovo, aggiuntivo, ne diviene parte […]. Il passato, il presente e il futuro sono collegati dalla nostra capacità di percezione che fa da collante e permette lo scorrere degli accadimenti e le trasformazioni della materia. Una "memoria in aggiornamento", come la definisce l'artista stesso, porta alla produzione di forme che si dissolvono o si trasformano per diventare qualcosa o per diventare più cose contemporaneamente […]."
Marianna Cozzuto
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