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Capossela alle Muse, ultimi biglietti: «Viaggio dove uomini e bestie non si distinguono»

Dopo l’anteprima nazionale al Teatro Nuovo di Salsomaggiore il 4 ottobre, è partito ufficialmente il nuovo tour teatrale di Vinicio Capossela, “Ballate per uomini e bestie”

C’è attesa per il concerto di Vinicio Capossela che si terrà al teatro delle Muse di Ancona domani sera. Il concerto di Ancona è organizzato da Alhena Entertainment e Ventidieci. Ultimissimi biglietti disponibili in vendita nei circuiti TicketOne e alla biglietteria del teatro (tel. 071.52525).

I prezzi dei biglietti

Poltronissima numerata 65 euro
Poltrona numerata 57,50 euro
1° galleria numerata 46 euro
2° galleria numerata 35 euro 
3° galleria numerata 29 euro 
1° galleria vis. limitata 29 euro
2° galleria vis. limitata 29 euro 

Lo spettacolo

Dopo l’anteprima nazionale al Teatro Nuovo di Salsomaggiore il 4 ottobre, è partito ufficialmente il 6 ottobre dal Teatro Galli di Rimini, il nuovo tour teatrale di Vinicio Capossela, “Ballate per uomini e bestie”. Dopo la serie di concerti-atti unici e gli importanti live all’estero andati in scena nei mesi estivi, con l’avvio dell’autunno Capossela, come un orsante, porterà il suo spettacolo di città in città, per esibirlo nei più importanti teatri classici, di tradizione ed enti lirici italiani. Capossela presenterà dal vivo il suo nuovo progetto discografico, “Ballate per uomini e bestie” (La Cùpa/Warner Music), undicesimo lavoro in studio uscito lo scorso maggio, un’opera di grande forza espressiva che guarda alle pestilenze del nostro presente travolto dalla corruzione del linguaggio, dal neoliberismo, dalla violenza e dal saccheggio della natura. Con il nuovo spettacolo, pensato appositamente per i teatri, Capossela proporrà dal vivo un canzoniere che, evocando un medioevo fantastico fatto di bestie estinte, cavalieri erranti, fate e santi, mette in mostra le similitudini e il senso di attualità che lo legano profondamente alle cronache dell’oggi. Alle creature che popolano l’ultimo album del cantautore si uniranno come in una danza i personaggi e le storie di alcuni dei suoi grandi successi in un intreccio che darà vita a un viaggio nel nostro presente, nelle fratture e nelle malattie del nostro mondo, alla ricerca di possibili cure.

Ad accompagnare Capossela 

Sul palco ci saranno: Alessandro Asso Stefana (chitarre), Niccolò Fornabaio (batteria), Andrea Lamacchia (contrabbasso), Raffaele Tiseo (violino) e Giovannangelo De Gennaro (viella e aulofoni). L’album “Ballate per uomini e bestie” si è aggiudicato la Targa Tenco 2019 nella categoria “Miglior disco in assoluto”. La premiazione avverrà al Teatro Ariston di Sanremo il prossimo 17 ottobre nell’ambito del Premio Tenco.

Vinicio Capossela racconta lo spettacolo

«Dopo la palestra degli “atti unici” in luoghi e titoli che hanno declinato i temi delle “Ballate per uomini e bestie”, arriva il teatro, luogo di rappresentazione dell’immaginario. Lo spazio scenico buio, come le grotte di Lascaux, da andare a riempire con bagliori, stralci di affreschi e strofe per rileggere il mondo con gli strumenti della poesia, della filosofia e della denunzia. Un viaggio nella terra in un momento in cui uomini e bestie non si distinguono nemmeno nel genere umano. Una cantata tra le creature che inizia dalle pitture rupestri e arriva all’evo medio prossimo e venturo attraverso un bestiario di varia umanità. Danze macabre al tempo della peste, nuove e antiche tentazioni, santi e inquisizioni nel rogo digitale. Il medioevo romantico e irragionevole dei preraffaeliti, le fiabe giocattolesche e fantasticanti di asini che diventano cantanti, sirene che diventano ballerine, Marajà corruttori di innocenti; storie di rose e di figlie di fate, di carceri e di gabbie da zoo, tentativi di evasione e continue trasformazioni delle forme in divenire. Le Pleiadi e la galassia a spirale portata sul dorso da una chiocciola. L’orsa della costellazione del cielo e l’orso buffone degli orsanti, figura ludica e cristologica che ci porta tutti in giro di città in città sul baraccone da fiera, in luogo di fierezza. E poi l’inverno, l’inverno dell’umanità, della guerra mai finita. L’inverno di un’orchestrina che suona nella neve di Auschwitz accompagnando festosamente l’immolarsi di sempre nuovi capri espiatori e una madonna umile, fatta di conchiglie, per chi in mare non trova sepoltura. Una mareggiata di poveri cristi che non rinunciano a essere uomini vivi. Ovunque protetti nellavmetamorfosi continua e incessante che è la vita e che non lascia intatti uomini,vbestie, natura e animali. Nemmeno in teatro».

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