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L’Adriatico Mediterraneo chiude col botto: standing ovation per la Mazzotta con “Amoreamaro”

Previsto l’ultimo incontro del Focus Bosnia con l’ambasciatrice Miranda Sidran, figlia dello scrittore Abdulah Sidran

ANCONA– Superlativo e trascinante il concerto di Maria Mazzotta ieri (3 settembre) all’Auditorium Tamburi della Mole per la quarta giornata di Adriatico Mediterraneo. Standing ovation per la cantante leccese che ha presentato al pubblico anconetano Amoreamaro, il suo primo album da solista, dopo una lunga carriera nel Canzoniere Grecanico Salentino. Interprete straordinaria, voce potente ed intensa, Mazzotta ha regalato grandi emozioni agli spettatori attraverso la sua musica, ma anche attraverso il racconto della genesi di questo suo progetto che l’ha portata in oltre 20 Paesi europei per più di 80 concerti. Un album che è una riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell'amore: da quello grande, disperato come nella canzone Lu pisci spada di Domenico Modugno, reinterpretato da Mazzotta e che l’artista ha dedicato «a tutte le vittime di violenza, perché non vogliamo più i femminicidi, ma vogliamo l’amore» a quello tenerissimo delle serenate a quello malato, possessivo e abusato. Poi l’invito a svestirsi della bellezza apparente e a ricercare la bellezza della propria anima e del proprio cuore e l’immancabile pizzica «per noi salentini una vera cura. Dopo averla suonata, cantata e ascoltata per sei mesi sei al riparo da qualsiasi malanno» ha scherzato. Sul palco, insieme a Mazzotta, il fisarmonicista Antonino De Luca, Cristiano Della Monica alle percussioni ed Ernesto Nobili alle chitarre.

Ad aprire la serata di ieri, il chitarrista Laurent Boutros che ha offerto al pubblico un assaggio del concerto di questa mattina (4 settembre) all’alba al Passetto. Un Viaggio in Armenia, suo paese di origine, quello proposto da Boutros, attraverso la cultura musicale popolare caucasica. Un viaggio tra i continenti fra Occidente e Oriente con le loro diversità culturali. Composizioni originali di Laurent Boutros (chitarra classica) ispirato dalle musiche popolari d'Armenia, di altri paesi caucasici e della Turchia. Gran finale del Festival Adriatico Mediterraneo oggi (domenica 4 settembre) con un programma che si intreccia con le iniziative della Festa del Mare. Prima dei fuochi di artificio al porto antico, alle 21.30, alla Corte della Mole (Auditorium Tamburi, sempre alla Mole, in caso di maltempo) un altro concerto dedicato all’amore ed alla passione, con i tAman, letteralmente “musica con la giusta quantità di amore”. Il sangue balcanico scorre attraverso questi maestri musicisti (cinque gli elementi che compongono la band) trasmutando le malinconiche melodie bosniache e macedoni in qualcosa di ottimista, ritmicamente selvaggio e irresistibile. In tAman si fonde pathos balcanico e passione urbana, si rielaborano audacemente i tradizionali desideri romantici di sevdalinke e le canzoni popolari bosniache. I membri del gruppo Maida Džinić, Jelena Ždrale, Jelena, Marjan Stanić, Nino de Gleria e Luka Ropretsi si sono incontrati per la prima volta nei centri per rifugiati di Lubiana nel 1995.

Nel pomeriggio di oggi si concluderà il Focus Bosnia Paese a cui è dedicata questa XVI edizione del Festival, a trent’anni dall’assedio di Sarajevo ed in occasione della presidenza di turno alla Macroregione Adriatico Ionica. In piazza del Plebiscito, alle 19, l’incontro La Bosnia di ieri e di oggi, la lezione di quella guerra. Dialogo tra Andrea Angeli, già funzionario Onu-Nato, Miranda Sidran, ambasciatrice, figlia dello scrittore Abdulah Sidran, sceneggiatore dei film che hanno reso noto al mondo Emir Kusturica, e Francesco Curzi, giornalista. Modera Jurij Bogogna, giornalista Tgr Rai Marche.

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