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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Unioncamere Marche: “Per le imprese è ancora recessione, ma la crisi rallenta”

Il 22% delle imprese marchigiane si aspetta per l'estate un aumento del fatturato, mentre nel primo trimestre 2014 la produzione del manifatturiero è diminuita dell'1,7%, il fatturato ha perso lo 0,8% e gli ordinativi sono scesi dell'1,1%

Marche, per le imprese è ancora recessione, ma la crisi mostra un deciso rallentamento. Si aspettano miglioramenti per la fine di giugno. Ad affermarlo è “Giuria della Congiuntura”, la rilevazione  trimestrale del Centro Studi di Unioncamere Marche.

Secondo l’indagine di Unioncamere, il 22% delle imprese marchigiane si aspetta per l’estate un aumento del fatturato mentre il 10% teme un ulteriore calo e per il 67% non cambierà niente. Insieme al fatturato, per 19 imprese su 100 aumenterà anche la produzione contro un 11% che la prevede in ulteriore diminuzione. Attese positive anche per gli ordinativi per il 21% delle imprese contro il 15% di pessimisti. Intanto salgono a 7,1 le settimane di produzione assicurata per le imprese manifatturiere marchigiane (dalle 4,6 del trimestre precedente)  ma si fermano a 3,3 per le imprese artigiane che pagano la precarietà delle commesse nella subfornitura e  la crisi  delle filiere produttive.

La coda della crisi, secondo il Centro Studi di Unioncamere Marche, si è fatta sentire anche nel primo trimestre del 2014, con la produzione del comparto manifatturiero regionale che è diminuita dell’1,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente mentre il fatturato ha perso lo 0,8% e gli ordinativi sono scesi dell’1,1%. In calo anche il fatturato estero (-0,2%).  Il grado di utilizzo degli impianti, tra gennaio e marzo, da parte delle imprese marchigiane, è stato del 75,1% rispetto al 77,1 degli ultimi tre mesi del 2013.

“Le potenzialità per aumentare la produzione, da parte del sistema produttivo regionale, ci sono tutte ma” afferma il presidente Unioncamere Marche Adriano Federici “occorre che aumentino i consumi, altrimenti si continuerà a navigare a vista, e solo quel 23% di imprese marchigiane vocate all’export, potrà trarre benefici dalla ripresa della domanda internazionale, a  patto che sappiano presentare prodotti innovativi e canali di promozione al passo con i tempi. Ma il nostro sistema produttivo non può vivere di solo export. Per questo deve ripartire il mercato interno ed occorre puntare con forza sui giovani imprenditori. Se sapranno cambiare la cultura e la tecnologia delle nostre imprese, potremo davvero tornare a crescere ma serviranno anche aiuti agli investimenti in ricerca e innovazione”

Anche nel primo trimestre del 2014, a pagare di più la crisi sono state  le imprese artigiane (produzione e fatturato in calo del 2,2%) e quelle fino a 9 dipendenti (produzione -1,9 e fatturato -1,8).  Tra i diversi settori manifatturieri ad andare peggio sono stati il comparto  energetico (produzione in calo del 4,7) e l’abbigliamento (-3,3). Negativi anche i dati del mobile     (-1,9), dell’alimentare (-1,4), del calzaturiero (-1,0) e dell’elettronica (-0,3). Stabile il dato della meccanica.
Per quanto riguarda il fatturato estero, è il sistema moda a trainare le esportazioni, con una crescita del 3,7% del calzaturiero e del 2,8 dell’abbigliamento. In lieve crescita le macchine elettriche (+0,4) e stabile l’alimentare (0,0). Perdono quote di mercato l’energia (-2,6) e la meccanica (-0,9) ma soprattutto il mobile (-3,1%).

In ambito territoriale i risultati più negativi sono quelli delle province di Macerata e Pesaro Urbino (produzione in calo del 2,1%)  seguite da Ancona e Ascoli Piceno (-1,6) e da Fermo (-0,9).

Ancora pesanti, secondo il Centro Studi Unioncamere Marche, i dati sulla cassa integrazione. Tra il primo gennaio ed il trentuno marzo del 2014, le ore di cassa integrazione sono state 13,8 milioni. Un dato in netta crescita rispetto ai 9,2 milioni dell’ultimo trimestre dell’anno precedente e pari ad un terzo dei 37,1 milioni di ore di cassa integrazione di tutto il 2013. Quasi la metà riguarda la cassa integrazione in deroga (6,1 milioni di ore) mentre le ore di cassa integrazione straordinaria sono state 4,9 milioni  e 2,8 milioni quelle della gestione ordinaria.

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