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Economia

Unioncamere: “Accelerare sull’internazionalizzazione per uscire dalla crisi”

"Nelle Marche le imprese esportatrici sono 6.798, pari al 28,9% delle 23.492 imprese manifatturiere della regione, mentre altre 2 mila hanno le potenzialità per guardare ai mercati esteri ma hanno l'esigenza di essere affiancate"

Accelerare sull’internazionalizzazione per uscire dalla crisi. E’ questo il titolo di un documento elaborato da Unioncamere, dal sistema camerale e dall’Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, che Unioncamere Marche ha inviato ai parlamentari eletti nelle Marche.

“Si tratta” ha affermato il presidente di Unioncamere Marche Graziano Di Battista “di cinque proposte per far crescere le imprese esportatrici attraverso una capillare azione di rete da parte del sistema delle Camere di commercio, perché senza interventi capillari sul territorio non è possibile nessuna seria politica di internazionalizzazione. Proposte che sono nate dal confronto con imprese, istituzioni, associazioni ed enti in occasione della 23 esima convention mondiale delle Camere di commercio all’estero,un evento di grande importanza  che si è tenuto ad Ancona, frutto della collaborazione di tanti soggetti ma con un ruolo fondamentale della Camera di commercio di Ancona e di Marchet, ai quali  va il nostro ringraziamento.”

In Italia le imprese vocate all’export sono 214 mila, con una crescita di 2 mila unità nell’ultimo anno, anche grazie al sostegno offerto dalle Camere di commercio con le iniziative sull’internazionalizzazione. Nelle Marche le imprese esportatrici, secondo i dati del Centro Studi Unioncamere, sono 6.798, pari al 28,9% delle 23.492 imprese manifatturiere della regione mentre altre 2 mila hanno le potenzialità per guardare ai mercati esteri ma hanno l’esigenza di essere affiancate in questo percorso.  Le imprese con la maggiore propensione all’export sono quelle della provincia di Macerata, dove l’export rappresenta il 66,1% del valore aggiunto totale. Seguono Ascoli Piceno con il 36,6%, Ancona con il 30,6%, Fermo (24,6) e Pesaro Urbino (24,1). Nelle Marche il peso dell’export sul valore aggiunto è del 32,6%.

Le imprese che esportano, secondo il Centro Studi Unioncamere Marche, sono anche quelle che assumono di più. Alla fine del 2014 saranno 4.130 i nuovi assunti nelle imprese esportatrici marchigiane. Ad assumere sarà il 25 ,5% delle 6.798 aziende che esportano,  pari ad una impresa su quattro, mentre tra le imprese non esportatrici solo l’11,2% ha assunto o assumerà personale nel 2014.
Le proposte di Unioncamere, elencate nel documento inviato ai Parlamentari marchigiani, riguardano in primo luogo la costruzione di progetti integrati multiprovinciali e interregionali e di progetti di rete da costruire attraverso il confronto con la Regione. E poi la valorizzazione dei sistemi di qualità e di tracciabilità nazionali delle filiere e un follow up delle azioni promozionali all’estero. Inoltre puntare sull’eCommerce perché le aziende più attive sul web sono quelle che esportano di più: il 39% del fatturato export delle imprese marchigiane digitalmente avanzate deriva dall’eCommerce. Infine la valorizzazione di “World pass”, la rete camerale degli sportelli informativi per l’internazionalizzazione.

“Si tratta di progetti per rafforzare l’azione di sostegno all’internazionalizzazione per le piccole e medie imprese, in modo” sostiene Di Battista “ da consentire loro di conquistare nuovi spazi di mercato  e di consolidare quelli già presidiati. Quest’anno il sistema camerale marchigiano ha messo in campo azioni promozionali in Italia e all’estero proprio per favorire l’accesso all’export, concentrando le iniziative sui mercati strategici: Francia, Giappone, Usa, Cina, Russia, Albania, Turchia, Qatar, Libia, Emirati Arabi Uniti, Svizzera, Spagna, Tunisia, Marocco, Bielorussia. Il prossimo anno amplieremo la nostra presenza con iniziative anche in Arabia Saudita, Paesi Bassi, Senegal, Belgio e Corea, arrivando a toccare la metà dei trenta Paesi dove esportiamo di più oltre ad altri Paesi di grandi potenzialità come la Corea e il Senegal”

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