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Economia

Marche, il 2014 finisce tra recessione e stagnazione: da export e meccanica spiragli di futuro

Tra luglio e ottobre nuova battuta di arresto del manifatturiero marchigiano, con la produzione diminuita del 2%, il fatturato dell'1,9 e ordinativi del 2,3%. Bene la meccanica. Per i prossimi mesi previsioni positive per ordinativi esteri

Marche, nei prossimi mesi la recessione dovrebbe finire, ma per le imprese marchigiane si profila comunque un periodo di stagnazione, con segnali positivi dagli ordinativi esteri e dalla meccanica.  Secondo l’indagine trimestrale “Giuria della Congiuntura”, realizzata dal Centro Studi Unioncamere Marche sulle imprese manifatturiere marchigiane con dipendenti, non c’è nessuna ripresa in vista per la fine dell’anno mentre si attende un miglioramento della situazione per il 2015.  Secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere Marche, per il 27% delle imprese marchigiane il 2014 si chiuderà con  un calo della produzione mentre per il 47% resterà sui livelli attuali e per il 27% dovrebbe aumentare. Anche per quanto riguarda gli ordinativi, la metà delle imprese marchigiane pensa di mantenerli ai livelli odierni mentre una impresa su quattro si aspetta un calo e il restante 25% punta ad aumentarli. Analoghe percentuali per il fatturato mentre le imprese esportatrici sono più ottimiste con il 24% che si aspetta un aumento degli ordinativi esteri contro il 20% che teme di vederli ridotti. Sono in aumento le settimane di produzione assicurata, che passano da 5,5 a 6,1 rispetto al trimestre precedente.

“I prossimi mesi” ha affermato il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista “saranno ancora di attesa per le imprese marchigiane, con spiragli positivi per gli ordinativi dall’estero e per la meccanica. Per crescere  le nostre imprese hanno bisogno di politiche dedicate e di istituzioni come le Camere di commercio, in grado di sostenerle nel cammino verso la ripresa. Ma il prossimo anno la diminuzione delle risorse a causa del   taglio del 35% del contributo dovuto dalle aziende alle Camere per la tenuta del Registro delle imprese, rischia di costringere il sistema camerale marchigiano a ridurre gli interventi per le economie locali sul credito, l’export, la formazione, la giustizia alternativa, la tutela delle produzioni agro-alimentari e del Made in Italy”

In attesa di un 2015 dal quale l’Unioncamere si aspetta comunque segnali positivi, tra luglio e ottobre del 2014 l’industria manifatturiera marchigiana ha perso un altro 2% di produzione mentre il fatturato è diminuito dell’1,9% e gli ordinativi del 2,3% mentre anche il fatturato estero, ha perso lo 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una conferma del calo produttivo delle imprese marchigiane viene dal grado di utilizzo degli impianti, passato tra luglio e ottobre, dall’80,8 al 75,6%.

Ancora una volta, i dati negativi riguardano soprattutto  le imprese artigiane e quelle più piccole. In particolare l’artigianato registra diminuzioni del 3,3% della produzione, del 3,1% del fatturato e del 3,9% degli ordinativi. Tra i diversi settori manifatturieri, ad andare peggio il calzaturiero che ha perso il 4,6% della produzione e il 3,3% del fatturato, con gli ordinativi in calo del 4,9%. Meglio l’abbigliamento che perde comunque il 3,1% della produzione, l’1,6% del fatturato e il 3,3% degli ordinativi. Cali produttivi si sono avuti per le imprese energetiche (-3,4), del mobile (-2,8), degli alimentari (-2,5), delle macchine elettriche (-0,6). Unica eccezione la meccanica che fa registrare il secondo trimestre consecutivo di crescita della produzione (+1,4) e del fatturato (+0,2).
Guardando ai territori, è ancora il fermano a pagare  più di tutti il momento difficile del distretto calzaturiero, con una calo della produzione del 4,3%. Male anche il maceratese ( produzione in calo del 2,2%). Cali produttivi più contenuti  a Pesaro (-1,6), ad Ascoli Piceno (-1,6) e ad Ancona (-1,0%).
Preoccupanti anche i dati della Cassa integrazione. Nei primi nove mesi del 2014 siamo arrivati a 32,9 milioni di ore rispetto ai 27,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tra luglio e ottobre le ore di Cassa integrazione sono state 8,5 milioni contro gli 8,4 milioni del terzo trimestre 2013.

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