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Accorti ma fiduciosi: i settori in cui le famiglie marchigiane investono di più

Nonostante le turbolenze dell’attualità, non è il pessimismo a dominare il rapporto dei marchigiani con il risparmio. L'analisi di Reale Mutua

ANCONA - Accorti ma fiduciosi. Nonostante le turbolenze dell’attualità, non è il pessimismo a dominare il rapporto dei marchigiani con il risparmio. Anzi, rileva l’Osservatorio Reale Mutua sul welfare, se un 18% assegna alle sue risorse una funzione ancora prettamente difensiva, oltre uno su tre (34%) le vede oggi come uno strumento per iniziare a pianificare il proprio futuro economico e realizzare sogni nel cassetto repressi negli ultimi anni.

I timori certo non mancano. L’inflazione e i rincari dei beni (43%) sono il primo fattore di preoccupazione per le proprie tasche. Seguono possibili imprevisti (33%) che potrebbero diventare fonte di spesa, la tassazione (27%), gli stipendi spesso non adeguati (27%), l’incertezza del quadro geopolitico (27%) e la pandemia (12%). Eppure, oltre ad amministrare con attenzione i risparmi attuali, non manca chi valuterebbe anche di investirli. Anzitutto, in soluzioni assicurative e previdenziali (28%). Sale nelle propensioni il mattone (16%) e c’è anche chi guarda a specifici strumenti del mercato finanziario (8%).

Se dal digitale non arrivano che conferme (un marchigiano su tre, il 31%, vorrebbe gestire sempre più i risparmi tramite app e tecnologie), a sorprendere è piuttosto quello che gli abitanti della regione chiedono ai loro investimenti: i risultati, pur centrali, scalano in terza posizione (14%) perché nel segno della prudenza di questi tempi contano anzitutto la sicurezza e le garanzie sul capitale investito (35%) e la flessibilità (33%), che permetta di adattare l’investimento a seconda delle esigenze. Ma, vien da chiedersi, a chi o che cosa danno fiducia i marchigiani quando si tratta di scegliere come amministrare e investire i propri soldi? Anzitutto alle caratteristiche dei prodotti (27%), che vengono prima, a differenza di quanto riscontrato a livello nazionale, del rapporto anche umano che si instaura con un professionista (20%). Segue la notorietà del “brand” a cui ci si affida (16%). «Il nostro Osservatorio evidenzia come una buona quota di persone sia oggi propensa a ragionare su possibili investimenti dei propri risparmi per rendere più solido il futuro economico» conclude Michele Quaglia, direttore bommerciale e brand del gruppo. 

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