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Rincari energetici, si rischia l’ondata recessiva: «Servono interventi immediati, l’autunno incombe»

La CNA si è fatta sentire nella fase pre-elettorale per ribadire le proprie prerogative sul tema dei rincari energetici

ANCONA- La CNA alza la voce in questa fase pre-elettorale per rimarcare alla politica le preoccupazioni delle imprese vessate dai rincari della luce e del gas, i cui costi moltiplicati in pochi mesi inducono molti di loro a pensare di chiudere a settembre in attesa di interventi veramente efficaci:

«In questi giorni, ancora in fase estiva e feriale, le nostre attività, pur reduci da un’estate decisamente positiva, sono concordi nell’affermare che la complicata prospettiva autunnale sarà decisiva per la loro sopravvivenza – sottolinea il direttore territoriale, Massimiliano Santini - . La bestia nera questa volta non è il Covid, bensì la famigerata bolletta, che associata al rincaro dei materiali e delle materie prime, del carburante e altre voci del paniere inflazionistico, hanno appesantito decisamente i conti delle attività erodendone i guadagni. In questi giorni sono saliti in cattedra i pubblici esercizi i quali dichiarano che, saldo invariato dei bilanci dei mesi di “bassa stagione”, di fronte a luce e gas almeno raddoppiati pensano legittimo quanto meno sospendere l’attività, o peggio ancora chiudere definitivamente, in attesa di ricevere un segnale concreto dalla politica».

Il Servizio Energia della CNA territoriale di Ancona ha rilevato come il prezzo del gas di riferimento preso dal TTF olandese è passato da una media di 36,23 €/MWh di luglio 2021 ai 163,17 €/MWh di luglio 2022 fino ad arrivare agli oltre 300 €/MWh della seconda metà di agosto 2022. Questo si traduce in un considerevole aumento delle bollette del gas per le aziende, in particolar modo per quelle che ne usano in forte quantità, come bar e ristoranti che si sono ritrovati le bollette raddoppiate. In questo quadro c’è da dire che credito d’imposta sul gas naturale consumato relativo al secondo trimestre, recentemente confermato anche per il terzo trimestre, non riesce in alcun modo a compensare la maggior spesa sostenuta.

Stessa cosa avviene con la corrente elettrica, il cui prezzo è passato dallo 0,10 €/kWh di luglio 2021 allo 0,44 €/kWh dello stesso periodo del 2022. Anche su questo fronte i nostri associati ci hanno rivelato come, a parità di consumi, nei primi 6 mesi del 2022, la cui media è stata di 0,24 €/kWh, hanno speso la stessa cifra di tutto il 2019. Come per il gas, anche per l’energia elettrica è stato messo a disposizione delle aziende non energivore un credito d’imposta per i consumi del secondo trimestre 2022 prorogato anche per il terzo trimestre, ma la percentuale è ancora minore di quella del gas (rispettivamente 15% e 25% della spesa per la materia energia).

Lo scorso anno con i primi segnali preoccupanti, la CNA di Ancona si è attivata per analizzare le bollette, cercare un fornitore affidabile (ad oggi sono decine le società di rivendita di energia fallite) e che possa farli risparmiare, oltre a calcolare il credito d’imposta. Al tempo stesso stiamo valutando ogni caso specifico per abbassare i consumi delle aziende, provando ad effettuare un efficientamento energetico mirato, tenendo conto però che ad oggi l’unico modo sicuro e veloce per avere delle bollette più basse è quello di affidarsi ai pannelli fotovoltaici, i quali, appena montati, iniziano a produrre energia. Tuttavia questa soluzione risulta spesso costosa e quindi la sua adozione massiccia richiede una mole di finanziamenti pubblici volta ad agevolare il più possibile la nascita delle Comunità Energetiche Rinnovabili, così da aggirare il problema dell’alto costo dell’accumulo dell’energia prodotta in più durante il giorno.

Ovviamente per accelerare il tutto è necessario che lo Stato impieghi risorse anche in termine di personale preparato per analizzare i progetti, velocizzandone l’iter di approvazione. Infine, la CNA è tornata a chiedere in maniera perentoria ed energica l’introduzione di un tetto al prezzo dell’energia sul piano nazionale, visti gli appelli inascoltati dall’Europa e poiché gli interventi adottati fino ad oggi sono stati insufficienti.

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