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Coldiretti: è marchigiana la pasta della filiera made in Italy “dal campo alla tavola”

Il 100% del grano utilizzato per la produzione della pasta a marchio made in Italy, commercializzata nelle Botteghe di Campagna Amica di tutta Italia, viene, infatti, proprio dai campi della nostra regione

Quaranta milioni di chili di grano, novemila ettari di campi coltivati e novecento aziende coinvolte. Sono i numeri della filiera di pasta “dal campo alla tavola” promossa nelle Marche dal Consorzio Agrario dell’Adriatico e dalla Coldiretti regionale, che mercoledì, 8 maggio, vedrà l’inaugurazione ufficiale del pastificio Ghigi a San Clemente, in provincia di Rimini. Alla cerimonia, prevista per le ore 12, prenderanno parte trecento agricoltori marchigiani assieme al presidente nazionale della Coldiretti, Sergio Marini.

Un evento importante per il comparto cerealicolo del nostro territorio. Il cento per cento del grano utilizzato per la produzione della pasta a marchio made in Italy, commercializzata nelle Botteghe di Campagna Amica di tutta Italia, viene, infatti, proprio dai campi della nostra regione.

"La nascita di soggetti aggreganti per valorizzare la produzione cerealicola, a partire da Fai, Filiera agricola italiana, dà ai nostri agricoltori la possibilità di aumentare il proprio potere contrattuale – sottolinea il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -, a partire da un prezzo garantito capace di coprire i costi di produzione e assicurare un margine di guadagno. In questo modo sono più tutelati rispetto a un andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime, generando fenomeni speculativi”.

Il marchio Ghigi è presente sulle tavole dal 1870 ma qualche anno fa aveva rischiato di scomparire. La cordata di consorzi agrari, guidati dal Consorzio Agrario dell’Adriatico, nel pieno della crisi economica mondiale, ha consentito la ripartenza del pastificio, salvaguardando l’occupazione e assicurando una integrazione di filiera tra agricoltura e industria con l’utilizzo di soli cereali italiani. Il nuovo stabilimento è stato realizzato con le tecnologie più innovative per contenere i costi e rispettare l’ambiente.

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