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Economia

Digitalizzazione: il Nono Rapporto UniCredit sulle piccole imprese marchigiane

Presentati i risultati dello studio di UniCredit, dedicato alla digitalizzazione delle imprese marchigiane. L'utilizzo di ICT consente alle imprese una maggiore efficienza e flessibilità, oltre a favorire attività strategiche

Sfide e opportunità della digitalizzazione: è questo il tema della nona edizione del Rapporto Piccole Imprese UniCredit, di cui sono stati resi noti oggi i risultati locali relativi alle aziende umbre. Il Rapporto si fonda sul presupposto che la digitalizzazione ha profondamente cambiato l’interazione tra sistema scientifico-tecnologico e apparato produttivo, sempre più imperniata su due risorse immateriali: l’informazione e la conoscenza. Grazie alle loro caratteristiche di pervasività, le tecnologie digitali hanno mutato il modo di produrre, di scambiare e di comunicare, investendo orizzontalmente tutti i settori di attività economica e avendo come potenziali destinatarie le imprese di qualsiasi dimensione.

"In un momento economico come quello che stiamo vivendo - dichiara Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager di UniCredit per il Centro Nord – per la piccola e media impresa è fondamentale investire nella digitalizzazione per poter competere. Le nuove tecnologie hanno il grande pregio di abbattere le barriere commerciali e di allargare gli orizzonti del business anche a mercati diversamente difficili da raggiungere. Le imprese marchigiane devono cogliere pienamente questa opportunità e puntare sull'innovazione tecnologica per riattivare un circolo virtuoso fatto di nuova imprenditoria, nuove opportunità commerciali e crescita occupazionale".

DIGITALIZZAZIONE E SVILUPPO. La digitalizzazione in questi anni ha profondamente cambiato i processi produttivi, tanto da essere universalmente riconosciuta come un potente fattore propulsivo di sviluppo economico. L’Italia sconta tuttavia un ritardo in termini di digitalizzazione rispetto agli altri paesi industrializzati e sta cercando, anche attraverso provvedimenti di carattere legislativo, di colmare tale divario. Per comprendere meglio le caratteristiche del digital divide (inteso come gap causato da diverse possibilità di accesso alle infrastrutture digitali e da differenti capacità d’uso del canale Internet e dei servizi veicolati) che affligge tutte le aree del nostro Paese, comprese le Marche, basta analizzare alcuni indicatori, come l’indice di intensità digitale  e il numero di imprese che utilizzano la banda larga. Infatti, secondo una ricerca del Boston Consulting Group, l’indice di intensità digitale delle Marche è pari a 60, in linea col dato nazionale (63) ma inferiore a quello dei Paesi OCSE (100), mentre, secondo l’Istat, nelle Marche le imprese che usano la banda larga sono 73 su 100, dato inferiore alla media italiana (83).
Fermo restando questo quadro più generale di difficoltà, il Rapporto UniCredit ha misurato quanto le piccole aziende sfruttino le opportunità della digitalizzazione nei loro processi interni. Per esempio è stato preso in esame il ricorso da parte delle imprese a 4 tipologie di processo informatico: software per la produttività individuale, sistemi gestionali di base, sistemi gestionali avanzati, sistemi di condivisione automatica delle informazioni tra diverse funzioni aziendali.

Le piccole imprese marchigiane risultano più inclini all’utilizzo di sistemi informatici rispetto alla media italiana. Se infatti è di poco sotto la media nazionale il dato delle imprese marchigiane che utilizzano software per la produttività individuale (il 60,2%, contro il 62,1% a livello nazionale), per altri aspetti presi in considerazione dall’indagine emerge una tendenza superiore alla media nazionale: il 61,1% delle imprese del territorio, infatti, si serve di sistemi gestionali di base (il risultato a livello nazionale è 60%) ed il 23% delle piccole imprese utilizza sistemi gestionali avanzati (in Italia il 20,7%). E’ invece di poco sotto la media nazionale il numero delle imprese locali che si serve di sistemi automatici di condivisione tra le diverse funzioni aziendali (33,6%, contro la media italiana del 34,7%).

Un aspetto importante in termini di digitalizzazione e attività d’impresa è l’utilizzo di Internet: nelle Marche le potenzialità del mezzo sono sfruttate solo in parte. Se infatti ormai la quasi totalità delle imprese utilizza l’e-mail come canale di comunicazione (90,7, contro il 91,5 della media nazionale), è altrettanto vero che forme di interazione più strutturate vengono utilizzate da una minoranza. Da rilevare come strumenti come il sito Internet aziendale e la rete Extranet siano utilizzati dalle aziende marchigiane in misura maggiore rispetto alle imprese del Paese (rispettivamente il 54,2, contro il 53,3 ed il 20,6 contro il 19,4).

Per quel che riguarda lo sviluppo e l’intensificazione dell’utilizzo di canali e processi digitali da parte delle imprese marchigiane, anche per il futuro prossimo la situazione non dovrebbe mutare radicalmente. Dall’analisi della spesa corrente in ICT dichiarata dalle imprese marchigiane risulta infatti che in Regione metà delle imprese non ha fatto investimenti in questo ambito.

E-COMMERCE. In Italia l’e-commerce è ancora poco diffuso, anche se va rilevato che ha un ruolo maggiore tra le piccole imprese rispetto a quelle medio-grandi. In particolare, tra le piccole imprese italiane in media il 19,1% delle vendite totali sono realizzate online, mentre, per quanto riguarda gli acquisti, il dato si attesta al 23,9%. Nelle Marche, secondo quanto rilevato dal Rapporto di UniCredit, lo scenario sostanzialmente identico. In Regione, infatti, in media il 18,3% del fatturato delle piccole imprese è realizzato online, mentre gli acquisti tramite canali telematici raggiungono in media il 21,2%.

VENDITE E ACQUISTI ONLINE. Il commercio elettronico in Italia mostra quindi ampi margini di sviluppo e può costituire una significativa opportunità anche in termini di internazionalizzazione e di accesso ai mercati esteri. Come noto, infatti, in un contesto economico generale caratterizzato da una domanda interna che stenta a ripartire sia sul versante privato che su quello pubblico, il canale internazionale appare oggi la migliore possibilità che le piccole imprese hanno per uscire dalla crisi e attuare nuove politiche di crescita.
In questo scenario, il Rapporto UniCredit mostra come l’e-commerce sia in grado di favorire l’accesso ai mercati esteri, in particolare per le piccole imprese. Questo vale anche per le Marche, dove il 23,1% delle piccole imprese che esportano svolgono la loro attività di vendita all’estero proprio tramite il commercio elettronico. Per questo appare determinante incentivare e accrescere la diffusione dell’e-commerce, anche se sussistono alcuni fattori che sembrano ostacolarne la diffusione. Sulla base dell’indagine UniCredit, infatti, a frenare l’espansione dell’e-commerce contribuiscono molteplici fattori, culturali, infrastrutturali e tecnici. In particolare, per quanto riguarda le Marche, gli imprenditori intervistati mostrano di percepire come ostacolo principale alla diffusione del commercio elettronico la necessità di un rapporto diretto con la clientela (58,7%), seguita dalla scarsa garanzia di sicurezza in rete (52,7%) e dall’incertezza sull’identità della controparte (46%)

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