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Matrimonio tra Bcc, nasce la Banca di Ancona e Falconara

Stretta di mano tra i due presidenti e avvio di un percorso che porterà a fine 2017 a un unico istituto di credito da 42 milioni di patrimonio e oltre 15mila clienti

La Banca di Ancona e la Bcc di Falconara si uniscono per dare vita a un unico istituto di credito. Già deliberato l’atto di indirizzo da parte dei rispettivi consigli, l’iter dovrebbe portare a fine anno con la costituzione del nuovo soggetto. Si chiamerà Banca di Ancona e Falconara Marittima ma per i correntisti, al di là del nome, non cambierà nulla: 13 filiali (più tre sportelli self) tra in 10 Comuni della provincia di Ancona. Tutta anconetana o quasi (a parte le filiali di Polverigi e Castelfidardo) la dorica, allungata sulla Vallesina fino a Moie quella falconarese. In un territorio che conta 435mila abitanti e 38mila imprese. La nuova banca parte da 15.395 clienti per una raccolta da 468 milioni di euro e impieghi per quasi 400 milioni. Un patrimonio di 42 milioni di euro. «Entrambe le banche – spiega Luigi Giulietti, presidente di Ancona – hanno dimensioni e strategie analoghe che dovremmo continuare a sostenere». Nel mezzo della decisione c’è tutta la grande riforma nazionale delle Banche di Credito Cooperativo per la quale Banca d’Italia ha raccomandato aggregazioni per essere più forti e affidabili. 

«Questa è una risposta indiretta a Bankitalia” commenta Bruno Fiorelli, presidente della Federazione marchigiana delle Bcc, organismo che ha dato il suo benestare al matrimonio falcodorico. “Le due banche – ha proseguito – insieme affronteranno meglio la situazione di crisi. Bcc in generale è vicina alle comunità e ai bisogni dei cittadini. Cosa che non accade con banche nazionali o internazionali». Presidente e direttivo unico da eleggere tra i 5.126 soci riuniti in un’unica assemblea mentre sul piano del personale, 100 dipendenti distribuiti sulle varie filiali, il presidente della Bcc Falconara auspica «che non ci siano esuberi . Abbiamo lo scopo di fare un banca più coesa e dobbiamo provare a razionalizzare certe situazioni per reggere il mercato. Mi auguro che presto di dimentichi da dove venivamo, due realtà, per pensare a dove stiamo andiamo, una banca più forte». 

Unione salutata positivamente da Emanuele Lodolini, parlamentare e membro della Commissione Finanze della Camera. «I numeri del nuovo soggetto bancario sono interessantissimi – ha detto – Il sistema bancario vive un momento di grandi cambiamenti e quello delle Banche di Credito Cooperativo in particolare, ha avviato da tempo una discussione al proprio interno che ha ispirato la legge di riforma alla cui discussione intervenni in Aula convinto della necessità di preservare e rafforzare un modello vincente ed un modo di fare banche etico e costruito per guardare alle esigenze locali. Nel 2015 il governo Renzi chiese allo stesso mondo del credito cooperativo di riscrivere i propri confini a patto di raggiungere gli obiettivi principali di adeguata patrimonializzazione, prevenzione e gestione delle crisi, e senza perdere di vista i suoi principi ispiratori: con questa aggregazione sono convinto che si vada in una direzione positiva».

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