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Lavoro: nelle Marche due aziende su tre non sono in regola

Le irregolarità più frequenti riguardano gli orari, ma i problemi esistono anche sul fronte delle false partite Iva e delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro

I due terzi delle aziende ispezionate nelle Marche risulta irregolare: questo è quanto emerge dai dati relativi all’attività ispettiva forniti dalla Direzione Regionale del Lavoro e rielaborati dall’Ires-CGIL Marche.
Nel 2012 sono state ispezionate da parte delle Direzioni Provinciali del Lavoro 6.278 aziende, pari al 12,5% delle oltre 50 mila aziende con almeno un dipendente nelle Marche: ne sono risultate irregolari 4.143, ovvero due aziende su tre (66,0%).
Dei 22.680 lavoratori in forza nelle aziende ispezionate, 9.827 lavoratori risultano irregolari, dei quali 1.523 totalmente in nero.

“Questi dati, frutto del rilevante lavoro delle Direzioni del Lavoro, evidenziano come anche a causa della crisi, il lavoro irregolare e sommerso sia un fenomeno di proporzioni preoccupanti” - dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria regionale della CGIL Marche.

LE IRREGOLARITA’. Le irregolarità più frequenti riguardano anche la violazione della disciplina in materia di orario di lavoro (2.239 violazioni), le violazioni relative alla corretta applicazione delle forme contrattuali atipiche o flessibili, come ad esempio le collaborazioni che nascondono lavoro dipendente piuttosto che contratti precari il cui termine è stato apposto illegittimamente oppure ricorso illegittimo ad associazioni in partecipazione, a false partite IVA  o voucher (1.201 casi).
Frequenti anche le violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro (1.179 casi) e gli illeciti negli appalti, nella somministrazione di lavoro o presenza di intermediazione illegale di manodopera (344violazioni riscontrate).

MADRI E MINORI. Dagli accertamenti ispettivi sono emerse anche violazioni di norme a tutela di particolari categorie di lavoratori: 31 violazioni delle norme sul lavoro minorile di rilevanza penale, 10 violazioni di natura penale delle norme a tutela delle lavoratrici madri e della parità tra uomini e donne.
Sono 39 i lavoratori migranti risultati privi del permesso di soggiorno.

Ammontano a 11,4 milioni di euro i contributi e i premi evasi dalle imprese e recuperati in seguito alle attività di vigilanza, mentre ammontano a 3,9 milioni di euro gli importi sanzionatori introitati.

LA PROVINCIA DI ANCONA. Osservando i dati per provincia, si evidenziano alcune specificità: nelle 684 aziende risultate irregolari nella provincia di Ancona, è stato trovato il maggior numero di lavoratori in nero: 544 pari al 35,7% del totale dei lavoratori in nero riscontrati in tutta la regione. Ad Ancona sono state recuperate le somme più consistenti di contributi e premi evasi: 6 milioni di euro, pari a oltre la metà di tutti quelli recuperati nelle Marche, a cui si aggiungono 961 mila euro di sanzioni.

Osservando i vari settori produttivi, risultano 274 lavoratori irregolari in agricoltura (pari al 2,8% del totale regionale), 3.972 nell’industria manifatturiera (40,4%), 1.163 in edilizia (11,8%) e 4.418 lavoratori nel terziario (45,0%).

Raffrontando i dati del 2012 con quelli dell’anno precedente, emerge un maggior numero di aziende risultate irregolari (+7,4%), mentre diminuisce il numero dei lavoratori irregolari (-2,1%) e dei lavoratori in nero (-12,8%). Crescono invece notevolmente le violazioni in materia di riqualificazione dei rapporti di lavoro.

Prosegue Barbaresi affermando che: “la leggera flessione del numero di lavoratori irregolari è la diretta conseguenza della contrazione occupazionale dovuta alla crisi economica con gli inevitabili riflessi anche nel lavoro sommerso. Preoccupa poi la notevole diffusione delle forme contrattuali flessibili, il cui uso spesso distorto viene confermato proprio dai risultati dell’attività di vigilanza”.

“Inoltre, a questi dati andrebbero aggiunti quelli risultanti dall’attività ispettiva di INPS, INAIL, ecc.”

Secondo il Rapporto annuale sull’attività di vigilanza del Ministero del Lavoro per la Provincia di Ancona le priorità sono individuate in modo particolare nei settori terziario e dei servizi e in quello dell’industria manifatturiera e del settore tessile.

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