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Fuga dei giovani: oltre gli stereotipi. Cna: «Ripensare la sinergia scuola-impresa»

La riflessione nasce da tre dati emersi dall'economia marchigiana e anconetana negli ultimi mesi

ANCONA - "Del resto, mia cara, di che si stupisce? Anche l'operaio vuole il figlio dottore". Era il 1968 quando Paolo Pietrangeli cantava questa strofa nel celebre brano "Contessa". Altri tempi ed altra rivoluzione economica sociale. Ma alcuni preconcetti nati in quel periodo e oramai tramandati di generazione in generazione, sopravvivono ancora oggi. La riflessione nasce da tre dati emersi dall'economia marchigiana e anconetana negli ultimi mesi. Il primo dato lo ha fornito la Camera di Commercio alcuni giorni fa: per la prima volta la Marche, nella serie storica di medio periodo, le imprese attive scendono sotto la soglia delle 160mila. -13% di imprese, di cui buona parte sono imprese della manifattura.

Il secondo dato è emerso dalle preiscrizioni alle scuole superiori dei ragazzi. Il 56% dei giovani ha scelto il liceo, il 30% un istituto tecnico e il 13% istituti professionali. Questi dati si sposano bene con i numeri dello scorso anno elaborati da Openpolis, secondo cui il 57% dei ragazzi neodiplomati della provincia di Ancona poi si iscrivono all'università che si riducono poi a 31% degli under 35 marchigiani che raggiungono la laurea. «A questo - spiega Massimiliano Santini di CNA - voglio aggiungere un altro dato: l'80% dei ragazzi che scelgono e completano il percorso di formazione in un Its (Istituto Tecnico Superiore) trova un impiego stabile, contro il 64% dei laureati (dato Sole24Ore). E quindi la fuga all'estero. La preoccupante crescita dei ragazzi marchigiani e anconetani che sceglie la strada dell'emigrazione è l'ultimo dato che dipinge il quadro. 173 mila marchigiani, di cui il 27% della provincia di Ancona (47 mila persone). La ricerca di condizioni economiche e di vita migliore è e rimane la prima motivazione allo spostamento.

«Se cerchiamo di unire tutti i punti emersi - scrive CNA Ancona - allora il quadro si compone. Nella ricerca di una giusta emersione nella scala economica e sociale, la via accademica (liceo e università) viene identificata come la strada maestra (anche se poi non sempre si rivela tale). Una strada che i nostri ragazzi percorrono con grande convinzione e capacità ma che poi difficilmente li vedrà impegnati sul territorio e più probabilmente li costringerà ad emigrare verso città e Paesi più competitivi. Ma il cambio generazionale nel nostro tessuto economico si fa sempre più impietoso e il calo delle attività manifatturiere e artigiane è solo l'ultimo dei sintomi, il più evidente. Risultato? Le Marche, oggi regione in transizione per l'Europa, perdono valore. La soluzione, allroa, non può che essere alla radice. Ed è proprio nella scuola e nelle famiglie. La scelta del liceo come formazione secondaria può essere anche il trampolino di lancio per percorsi formativi di terzo livello alternativi all'opzione accademica. Gli ITS, ancora troppo pochi e poco frequentati nelle Marche (18 corsi ITS per 449 studenti), rappresentano senza dubbio una interessantissima soluzione che coniugano il giusto completamento della formazione dei ragazzi con la concreta e immediata applicabilità nel sistema economico locale e direi nel DNA del "fare marchigiano"».

Fra le 4 criticità che il PNRR ha individuato sul fronte dell'istruzione ci sono appunto la carenza di formazione professionale avanzata e la debolezza dei percorsi di orientamento e transizione tra scuole superiori e università. «Come CNA Ancona stiamo già facendo la nostra parte. La scorsa settimana abbiamo per esempio promosso presso le nostre aziende il progetto Upskill, bando Cariverona realizzato con l'Università Ca’ Foscari di Venezia. Si tratta di selezionare 7 progetti che potranno essere sviluppati a costo zero per le imprese, grazie alla collaborazione proprio con la rete degli Istituti di Istruzione Tecnica Superiore del territorio e non solo. Saranno proprio gli studenti degli ITS ad essere “abbinati” ai progetti imprenditoriali e a svolgere attività di prototipazione tra fine febbraio e giugno, mese in cui avverrà la restituzione agli imprenditoriali dello sviluppo progettuale in occasione di un bell’evento pubblico. È un cambiamento culturale prima di tutto, che parte dalle parole di Pietrangeli di quasi 60 anni fa e che oggi deve spingere le famiglie oltre certi stereotipi e vagliare ogni percorso e possibilità di formazione e di lavoro. Così si creano nuove opportunità sul territorio, si incentiva una ripresa economica duratura delle Marche, si garantisce ai ragazzi un futuro certo».

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