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Economia

Unioncamere: l’estate si porta via quasi 2mila aziende marchigiane

Secondo l'Unioncamere Marche, tra luglio e ottobre hanno cessato l'attività 1.957 aziende. Male soprattutto l'edile e il manifatturiero, spina dorsale del sistema produttivo regionale

L’estate si porta via quasi 2 mila imprese. Tra luglio e ottobre, infatti, sono stati 1.957 gli imprenditori che si sono arresi alla crisi ed hanno cessato l’attività. Nello stesso periodo sono nate 1.841 nuove imprese. Il saldo negativo è dunque di 116 imprese con la scomparsa di almeno 400 posti di lavoro. In calo anche le imprese artigiane a causa di 765 cessazioni a fronte di 731 iscrizioni con un saldo negativo di 34 aziende. Complessivamente le imprese marchigiane sono 177.026 di cui 50.275 artigiane.
Questi i dati diffusi oggi dall’Unioncamere Marche ed elaborati da Infocamere sulla base dei registri delle imprese delle Camere di Commercio.

“Dall’inizio dell’anno” commenta il presidente Unioncamere Marche Adriano Federici “il saldo tra le imprese iscritte alle Camere di commercio e quelle cessate, è negativo per 767 unità e i segnali che arrivano dalle imprese ci fanno temere una ulteriore diminuzione del numero delle aziende in attività anche negli ultimi mesi dell’anno. Se vogliamo contrastare questa situazione occorre far presto e varare misure indispensabili per sostenere le imprese. Va ridotto il carico fiscale sul lavoro e vanno rivisti gli incentivi, come richiesto dalle associazioni di categoria. E poi bisogna fare sistema nell’internazionalizzazione e nel credito e servono interventi urgenti per semplificare e burocratizzare ulteriormente l’esercizio  delle attività imprenditoriali”.

SETTORI IN CRISI. Per quanto riguarda i principali settori economici della Regione, prosegue il calo delle imprese edili (-65) e manifatturiere (-61). Tra i diversi comparti manifatturieri, mentre continuano a diminuire le aziende della meccanica (-19) e del calzaturiero (-23), è invece in ripresa il tessile-abbigliamento (+88) mentre restano sostanzialmente stabili l’alimentare (+6) e il mobile (+1).
Anche i trasporti (-16) ed il commercio subiscono  i colpi della crisi (-40). A chiudere sono  soprattutto i piccoli negozi nei centri storici e nei piccoli paesi e, per quanto riguarda l’autotrasporto, le piccole imprese individuali, schiacciate dalla concorrenza dei vettori stranieri.
Cresce invece il numero dei ristoranti, degli alberghi  e delle attività ricettive (+74) così come i servizi di informazione e comunicazione (+20), le attività finanziarie e assicurative (+10), le attività immobiliari (+17), i servizi professionali e di consulenza (+9), la ricerca di personale e altri servizi alle imprese (+17), la sanità e gli altri servizi sociali (+14).  

Guardando alla ragione sociale delle nuove imprese, si evidenza  come siano le imprese individuali a soccombere alla crisi (-188 aziende) mentre prosegue la crescita delle società di capitale (+82) e delle società di persone (+11). Indicatori incoraggianti, che certificano lo sviluppo di forme imprenditoriali più strutturate, soprattutto tra i giovani.
Esaminando l’andamento delle imprese sul territorio regionale, emerge una situazione di difficoltà nella provincia di Ancona (-114) ed a Macerata, (-125). In aumento il numero delle imprese ad Ascoli Piceno (+56), a Pesaro Urbino (+42) ed a Fermo (+25).
 

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