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Economia

«Dopo le sanzioni l'export è crollato, bene un ritorno al dialogo con la Russia»

Il discorso di Conte al Senato è letto positivamente da Coldiretti Ancona che ha registrato un -90% delle esportazioni di cibo negli anni dell'embargo

Lo scorso anno l'export agroalimentare della provincia di Ancona verso la Russia valeva oltre 865mila euro. Valore di gran lunga inferiore ai 3,3 milioni del 2014 anno delle blocco delle frontiere di tutta una serie di prodotti tra cui frutta e verdura, formaggi, carne, salumi ma anche pesce. Ma le tensioni commerciali legate al blocco hanno avuto effetti anche sugli altri beni agroalimentari non colpiti direttamente. Per questo le parole del premier Conte, rispetto a una nuova apertura nei confronti della Russia, fatta durante il suo discorso di insediamento al Senato sono di buon auspicio per le aziende agricole dell'anconetano. La situazione ha influito non poco sul valore delle esportazioni.

«Siamo ancora distanti dalle performance pre embargo – fa notare Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona –. Quanto riferito dal nuovo Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci fa ben sperare in un ripristino delle relazioni commerciali, così importanti per le aziende del nostro territorio». L'embargo nei primi due anni di vita ha segnato un calo dell'export agroalimentare anconetano di oltre il 90%. Stop che in Russia ha provocato un boom di prodotti taroccati come il salame Italia, l'insalata "Buona Italia" o la mozzarella "Casa Italia" ma anche il Parmesan o la mortadella Milano. Il che, al danno per l'economia, aggiunge anche il danno di immagine per il Made in Italy. 

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