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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Crisi post-Covid e rincari: a forte rischio piscine e palestre

Il grido d’allarme lanciato dal Presidente del Consiglio Regionale delle Marche Dino Latini. “Molte strutture si trovano nella grave condizione di non riuscire a ripartire nel prossimo autunno. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno”

La crisi economica post-Covid ed i rincari recenti hanno fatto il vuoto attorno ad alcune attività economiche, mettendo fortemente a rischio nella nostra regione numerosi posti di lavoro. “Ci sono settori al limite e oltre il collasso – spiega il Presidente del Consiglio regionale  Dino Latini - che ogni giorno chiedono alle istituzioni di poter ricevere un aiuto: le strutture natatorie e le palestre. E, come queste, esistono altri settori, altre attività, categorie di lavoratori, soprattutto autonomi, che, se non sostenuti adeguatamente da parte di Stato, Regione e Comune, non ripartiranno più”. 

“Le strutture natatorie, che ormai svolgono una importante funzione sociale simile alle società sportive, - continua Latini - si trovano nella grave condizione di non riuscire a ripartire nel prossimo autunno, tra Covid e rincari di bollette. La gravità del problema sta crescendo in modo esponenziale. Non affrontarlo tempestivamente significa far chiudere una parte delle strutture,  provocando una regressione dell’offerta che ci riporterebbe molto indietro, addirittura a prima degli anni ‘90”.

Il quadro delineato dal Presidente è particolarmente delicato: “Comprendo che non sia facile intervenire in questo contesto, ma credo che riuscire ad incidere, ciascuno secondo il proprio ruolo, sul costo dell'acqua e delle utenze di luce e gas (in modo che le spese delle stesse strutture tornino ad essere quelle dell’epoca pre-Covid) sarebbe davvero un’azione rivoluzionaria, in grado di rimettere ordine su un intero settore. Si tratterebbe di un sostegno concreto che permetterebbe a chi ha gestito sempre in proprio le strutture sportive di tornare a camminare. Anche i gestori delle palestre non sanno più a chi santo votarsi per essere riconosciuti come categoria e, come tale, poter contare su un minimo sostegno economico, necessario a superare questo lunghissimo periodo di chiusura e di crisi”. Latini conclude, guardando al futuro: “So bene quali siano i limiti della Regione e so altrettanto bene che si sta facendo il massimo per tenere conto delle esigenze di ogni categoria colpita da pandemia, crisi internazionali e rincaro prezzi, ma è doveroso segnalare che il problema persiste. Farlo significa consentire alle istituzioni, nazionali e locali, di attuare una politica di programmazione tale da rivedere priorità e assegnazione di risorse, trasformando così l'emergenza in un obiettivo di stabilità e occupazione per le tante attività della nostra comunità”.

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