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Liberalizzazione degli orari dei negozi: il no dei commercianti

Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato contro le "aperture selvagge". I rischi? Concorrenza sleale con la GDO e scarsa sicurezza per chi sceglie l'apertura by night

Negozi aperti la domenica e senza limitazioni di orari anche ad Ancona? L'idea  dei negozi aperti sette giorni su sette e con orari "a scelta"  non piace affatto alla Confesercenti e alla Confcommercio che si schierano contro le "aperture selvagge" e gli orari "fai da te" dei negozi. Così mentre Ancona si prepara ad allinearsi alla liberalizzazione  prevista dalla manovra Monti e recepita dalla Regione Marche, le associazioni delle imprese del commercio si mobilitano.

La storia è sempre la stessa: grande distribuzione vs piccoli negozi.  Tuttavia, lo scontro, che ormai da tempo si gioca sul fronte delle aperture domenicali, con il via libera alla liberalizzazione sugli orari di apertura dei negozi, ora si inasprisce ancora di più.

"La liberalizzazione selvaggia delle aperture e degli orari è soltanto un altro regalo alla grande distribuzione e un’ulteriore batosta per le piccole imprese, non in grado di competere a livello di pubblicità e di gestione del personale con i grandi iper" commenta la Confesercenti Marche che ha chiesto alla Regione Marche di attivarsi per sollevare una questione di legittimità costituzionale del provvedimento "in contrasto con il titolo V della Costituzione che delega interamente alle regioni la programmazione commerciale nei territori di riferimento. Un compito, questo - continua la Confesercenti -  del quale gli enti locali non devono farsi espropriare per la ‘suprema ragione’, peraltro inesistente, di garantire la concorrenza e di incrementare le vendite".

La competizione tra i piccoli commercianti e la grande distribuzione non è ad armi pari, secondo Nino Messina responsabile di Confartigianato Turismo e Commercio Ancona: "I megastore e i grandi centri commerciali hanno le risorse, umane e finanziarie, per garantire la serranda aperta sempre. I piccoli negozianti del centro storico al contrario non hanno la possibilità materiale di approfittare di questa opportunità: devono garantire riposo al personale e ammortizzare le spese. Una partita che non si può giocare ad armi pari, una manovra che dirotta la clientela verso i centri commerciali proprio nel periodo dei saldi e delle vendite promozionali, un momento importante per gli esercenti del centro che si lasciano alle spalle mesi se non anni di magri incassi e proiettano tutte le speranze di recupero nei prossimi mesi”.

A preoccupare, tuttavia, i piccoli commercianti, non è solo la grande distribuzione. "Quello che ci spaventa di più, grande distribuzione a parte, è la concorrenza sleale che tale norma sembra incentivare - precisa Rodolfo Giampieri, Presidente provinciale della Confcommercio Ancona - Il pluralismo distributivo del resto  esiste già. Tale provvedimento non fa altro che penalizzare economicamente le piccole imprese commerciali che non possono reggere il ritmo della concorrenza, senza peraltro agevolare il consumatore, che del resto con le 32 aperture domenicali di apertura aveva già a disposizione un ampio ventaglio di possibilità di acquisto".

Da non sottovalutare, inoltre, secondo la Confcommercio i rischi sociali, oltre che economici delle "saracinesche selvagge", specie per chi sceglie la soluzione "by night": "Tenere aperti gli esercizi commerciali anche la sera comporterà inevitabili problemi di sicurezza  e di ordine pubblico che dovranno essere necessariamente affrontati - conclude Giampieri - per tutelare commercianti e consumatori". 

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