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Economia

Le imprese “rosa” della provincia di Ancona al Congresso adriatico-ionico

A Tirana il VII Congresso delle Imprese Femminili dell'Adriatico e dello Ionio. Le aziende "rosa" della provincia di Ancona sono al di sopra della media nazionale, e contano moltissime laureate al comando

Si è svolto oggi a Tirana il VII Congresso delle Imprese Femminili dell’Adriatico e dello Ionio. L’evento si tiene in occasione della Settimana Europea delle PMI 2012 ed è organizzato dal Tavolo dell’Imprenditoria Femminile del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio e dall’Associazione delle donne imprenditrici albanesi.

I lavori tra le imprenditrici femminili sono stati aperti da Jadranka Radovanić, presidente del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio e della Camera dell’Economia di Spalato e da Flutura Xhabija, presidente SHGPAZ l’associazione albanese che rappresenta le imprese femminili del paese.
A rappresentare le imprese doriche, invece, Adriana Brandoni, presidente del comitato imprenditoria femminile della provincia di Ancona.

In questo contesto di crisi le imprese femminili della provincia di Ancona hanno dimostrato una grande capacità di tenuta (più creatività, più attenzione alla persona e all’ambiente, più precisione nei pagamenti e meno insolvenze) e fino allo scorso anno sono aumentate numericamente, nonostante la crisi: a fine 2011 nel nostro Paese si contavano 1.433.863 imprese (23,47%), di cui 42.841 nella regione Marche (24,11%); nella nostra provincia, con 11.912 imprese siamo al di sopra della media nazionale e della regione, attestandoci al 25,11% (1 impresa su 4 è donna), ma i dati del primo semestre del 2012 mostrano, per la prima volta da  molti anni, un saldo negativo tra cessazioni e nuove aperture di 85 unità (meno 62 tra le imprese guidate da uomini e meno 23 tra quelle femminili): le nostre performance sono sempre migliori, ma in un contesto complessivo di recessione.

La scelta di fare impresa a volte è una forma di auto impiego, ma sempre più spesso diventa una scelta consapevole che consente di non svilire talenti, saperi e creatività, per contrastare una crisi che sta uccidendo i sogni: nonostante l’altissima percentuale di donne laureate (il 59% nella nostra provincia) l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, se c’è,  avviene all’insegna di una precarietà spinta che nega diritti (persino la tutela della maternità causa l’intermittenza dei contratti di lavoro), vede retribuzioni più basse (dal 4 al 15% a parità di mansioni), scarsa presenza nei ruoli chiave a tutti i livelli e gli obiettivi del trattato di Lisbona sembrano ormai un lontano ricordo. E allora si investe su se stesse,  anche se la strada è sempre più in salita.  

Sempre più spesso si sceglie la forma societaria: nella nostra provincia sono 2.572  le società di persone, pari al 22% del totale, che nel 2011 hanno registrato una contrazione dell’1%  in gran parte a vantaggio delle società di capitale, che sono 1.591, pari al 13,4% del totale delle imprese, con una percentuale di crescita dello 0,5% e rappresentano la realtà più dinamica, strutturata ed innovativa dell’imprenditoria femminile provinciale. La componente principale, ovvero 7.541 imprese, è rappresentata da ditte individuali e, anche se in leggero calo, costituiscono il 63,3% del totale delle imprese in rosa.
 

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