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Commercio equo e solidale, Bora: «Nelle Marche fenomeno in crescita»

«L'esperienza marchigiana è piccola ma significativa, perché è costituita da realtà che coinvolgono alcune migliaia di associati e numerosi volontari». Ad affermarlo l'assessora al Commercio e Tutela consumatori

«L’esperienza marchigiana è piccola ma significativa, perché è costituita da realtà che coinvolgono alcune migliaia di associati e numerosi volontari». È quanto affermato dall’assessora al Commercio e Tutela consumatori, Manuela Bora, in apertura dei lavori del Convegno regionale 2016 del commercio equo e solidale, svoltosi, nel pomeriggio a Palazzo Leopardi.

Le imprese marchigiane del settore gestiscono 15 punti vendita, denominati “botteghe del mondo” e muovono un fatturato 1,5 milioni di euro. Oltre a sostenere i gruppi di produttori marginalizzati dal commercio internazionale attraverso l’acquisto dei loro prodotti, si impegnano nel favorire e stimolare la diffusione, quanto più ampia possibile, di stili di vita ispirati ai valori della sobrietà e del consumo critico, della reciprocità, della solidarietà, della cooperazione tra persone e popoli. La conferenza regionale era dedicata ai produttori di caffè: quelli della cooperativa Nueva Esperanza del Bosque (Guatemala) si sono collegati, via Skype, con i partecipanti presenti ad Ancona. «Esiste un modello di economia che è quello sociale di mercato capace di coniugare etica ed economia, un modello alternativo di commercio basato su relazioni paritarie tra Nord e Sud del mondo, nel rispetto e nella promozione dei diritti fondamentali - ha detto Bora - Il commercio equo e solidale aveva, e ha tuttora, due necessità: essere sostenuto nei suoi processi di sviluppo ed essere accettato da una platea più ampia di fruitori, per farlo uscire da una attività, seppur meritevole, ma ancora troppo minoritaria». In Italia, secondo i dati di Agices, ci sono oltre 90 organizzazioni (tra associazioni e cooperative) che associano migliaia di persone, danno lavoro a oltre mille occupati a tempo pieno e fatturano, complessivamente, oltre 70 milioni di euro. A livello internazionale il commercio equo e solidale fattura, invece, secondo le stime di Fair Trade, oltre 4 miliardi di euro.

«Siamo esponenti di un settore vivo dal punto di vista commerciale, che delle idealità – ha affermato Massimo Mogiatti presidente della cooperativa Shadhilly di Fano, in rappresentanza di tutto l’associazionismo regionale – Parliamo di una realtà che, piano piano, sta uscendo dal proprio guscio rappresentato dalle botteghe, per andare verso forme di commercio più strutturate. È la dimostrazione che l’equo e solidale è un’attività legata alla qualità delle produzioni, ma è soprattutto una sensibilità etica e morale che sta montando». 

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