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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Meno soldi, bollette impossibili e paura di spendere. Così il commercio è finito in ginocchio: «Cassa integrazione decuplicata» 

Nel solo settore del commercio le richieste di cassa integrazione sono decuplicate rispetto al 2019. L'analisi della Cgil

ANCONA - Nelle Marche i dati della cassa integrazione sono tornati ai livelli, già preoccupanti, del pre-Covid. L’analisi della Cgil sui primi sei mesi del 2022 fa quasi il paio con quella del 2019, ma c’è un settore in particolare il cui monte ore di cassa integrazione è schizzato alle stelle.

Il commercio

«Nel commercio, rispetto al 2019 abbiamo decuplicato la richiesta, da 80mila ore siamo passati a circa 800mila» ha spiegato il segretario generale Cgil Giuseppe Santarelli. «Nel commercio tutto questo è dettato anche dalla paura delle famiglie, c’è una contrazione dei consumi sia perché molti non arrivano a fine mese ma anche perché c’è un timore nello spendere» continua il segretario. 

GIUSEPPE SANTARELLI CGIL-2

Il monte ore

In generale, le ore di cassa integrazione chieste nel 2019 ammontavano a 6milioni e mezzo. Nel 2022 siamo a 7,3 milioni. Giugno però è stato uno spartiacque nell’analisi. «Quello che sta succedendo, da giugno in poi, non possiamo tracciarlo con certezza ora- continua Santarelli- con il" caro bollette" quello che ci arriva dai rappresentanti di categoria è che le richieste aumentano ancora, ne sono già arrivate a centinaia- prosegue Santarelli- molte aziende che non si erano fermate nei settori più energivori, parliamo dei metalmeccanici, della gommaplastica e del vetro, stanno avanzando queste richieste. Dobbiamo aspettare per vedere se si tratta di precauzioni o se si tradurranno poi in fermi della produzione. Questo ci preoccupa, nella pandemia abbiamo già visto che quando le aziende si fermano i primi a pagare sono i lavoratori precari». 

Le richieste

Il trend fa quindi temere specialmente per chi opera con lavoro somministrato, partite iva e contratti a tempo determinato. Tutti coloro, in pratica, che non hanno ammortizzatori sociali o sostegni difronte a una crisi aziendale.  «Sabato manifesteremo a Roma, chiederemo di intervenire sui precari ma anche sugli stessi lavoratori- continua Santarelli- la cassa integrazione arriva a 800 euro al mese, con i rincari di adesso diventa difficile vivere, perciò chiederemo al Governo di integrare la cassa fino al 100% della retribuzione». Poi ci sono i pensionati. Nelle Marche un pensionato su tre prende meno di 750 euro mensili: «Anche su questo vanno pensati interventi mirati» prosegue il sindacalista. Ma dove si prendono i soldi? «Bisogna continuare con la tassazione degli extraprofitti. Per alcune imprese dell’energia i ricavi si sono moltiplicati in modo esponenziale, Eni ha denunciato 7 miliardi di utile- conclude Giuseppe Santarelli- in questo momento, energia a parte, c’è una grande speculazione da parte di molte aziende e bisogna prendere risorse dove ci sono». 

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