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Economia

Manager: licenziamenti e “fuga dei cervelli” anche dalle Marche

Ancona, 9 novembre 2012. I 400 manager associati a Manageritalia Ancona sono convocati venerdì 9 novembre per l’Assemblea che farà il punto sull’attività svolta e sulla congiuntura

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

Ancona, 9 novembre 2012. I 400 manager associati a Manageritalia Ancona sono convocati venerdì 9 novembre per l’Assemblea che farà il punto sull’attività svolta e sulla congiuntura.

<<L’economia della regione – dice Paolo Moscioni, presidente Manageritalia Ancona – in questo periodo di profonda crisi sta mostrando la corda, soprattutto in alcune realtà territoriali. Abbiamo bisogno che le tante e virtuose realtà imprenditoriali medio piccole e piccole trovino modalità per competere efficacemente grazie a una vera e solida gestione manageriale e alla capacità di agire insieme in rete o comunque collaborando per aggredire i mercati nazionali e globali. A fronte dei tanti licenziamenti (8.700 in Italia, 50 nelle Marche e 28 ad Ancona nei primi nove mesi del 2012), frutto anche di un forte turnover e ringiovanimento dei ranghi, tanti bravi dirigenti, giovani o meno hanno forti difficoltà a ritrovare spazio in un’economia – quella nazionale, ma anche quella delle Marche e di Ancona – a scarsa trazione manageriale. Una delle alternative, oltre a inserimenti ancora troppo limitati nelle pmi, è andare all’estero. E proprio nelle Marche e ad Ancona è fortemente aumentato il numero di manager che si trasferiscono armi e bagagli nel resto d’Italia, comunque anch’esso in profonda crisi, o in Europa e anche più lontano. Una necessità per fare carriera e ormai anche per avere un futuro. Un vero peccato perché stiamo regalando tante valide risorse e non sfruttiamo quelle che rimangono>>.

<<I dirigenti, – chiude Moscioni – sempre licenziabili per contratto, hanno in questi ultimi anni visto notevolmente aumentare la difficoltà di ricollocarsi. Un problema che anche alla luce della recente riforma pensionistica e dell’innalzamento dell’età pensionabile diventa ancora più serio e che oltre che personale e sociale è anche economico, vedendo disperdere valide professionalità delle quali la nostra economia avrebbe tanto bisogno. Forse la vera soluzione è aiutare i manager a gestire sempre più attivamente il loro sviluppo professionale e la loro ricollocazione, ma anche e soprattutto far sì che le tante imprese ancora prive di presenza manageriale, soprattutto le pmi, capiscano che devono avvalersi di queste preziose risorse che, proprio perché esperte e capaci di dare un forte contributo a competitività e crescita, divengono indispensabili per stare sul mercato e competere con successo>>.

Le Marche e Ancona restano a livello manageriale poco avanzate e vecchie. Una realtà lampante se misurata rispetto al numero di dirigenti ogni cento dipendenti. La media nazionale (tabella 1) è 0,83, quindi meno di un dirigente ogni cento dipendenti (a fronte di Francia e Germania che ne hanno 3 ogni 100) e la Lombardia ne ha 1,6%, il Lazio 1,37%, il Piemonte 0,98%, il Trentino Alto Adige 0,48, il Veneto 0,6%, la Toscana solo lo 0,51% e al Sud si arriva sino a 0,2%. E il confronto va fatto non con la media, ma con le realtà europee o nazionali più avanzate.
Nelle marche negli ultimi due anni i dirigenti privati sono risultati stabili (+0,1%), con un calo degli uomini (-2,5%) e una fortissima crescita delle donne ((+34%), che però partono da un peso basso. Basti pensare che le donne dirigenti sono il9,8% in regione e che le provinve più rosa sono Ascoli (12,2%) e Ancona (10,6%), mentre Macerata (8%) e Pesaro e Urbino (7,4%) sono sotto il 10%. Ancona è naturalmente la provincia delle Marche che ha più dirigenti (698, il 48% del totale).

Detto che se l’Italia ha la classe dirigente più vecchia d’Europa, questo non è vero per i dirigenti privati che hanno un’età media di 49 anni, a fronte dei 45 della media EU15. In Italia l’età media è  48,8 anni, 49,2 per gli uomini e 45,9 per le donne. La regione con l’età media più bassa è la Calabria (47), subito seguita da Molise (47,7) e Lombardia (48%), poi Lazio (48,7), Piemonte (49,2) e Veneto (49,5), Emilia Romagna (49,7) e a fondo classifica Liguria e Sicilia (51) e Sardegna (51,6). A livello provinciale l’età media più bassa è, sempre al Sud, in Calabria a Catanzaro (43,4 anni), seguono Campobasso (47,1) e Pescara (47,4) e poi, sesta, arriva Milano (47,7), più in giù Roma (48,6), Verona (48,8) e Torino (48,9), Bologna (49,7), Firenze (49,8), Napoli (50,6). Agli ultimi tre posti Sondrio (52,0), Oristano (52,6) e Sassari (52,8).  


I MANAGER PRIVATI LICENZIATI IN ITALIA, MARCHE E ANCONA 2008-2012

2008: 10mila dirigenti licenziati in Italia, di cui 75 nelle Marche/Ancona
2009: 12mila dirigenti licenziati in Italia, di cui 83 nelle Marche/Ancona
2010: 10.800 dirigenti licenziati in Italia, di cui 80 nelle Marche/Ancona
2011: 10.200 dirigenti licenziati in Italia, di cui 65 nelle Marche/Ancona
2012 sino a settembre: 8.700 dirigenti licenziati in Italia, di cui 50 nelle Marche e 28 ad Ancona

Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati Istat, Inps e propri


DIRIGENTI: UNA PROFESSIONE FLESSIBILE (dati riferiti a Italia e Marche)
•    Ogni anno il 20% dei dirigenti esce dal contratto
•    Meno del 50% si ricolloca come dirigente
•    Negli ultimi anni di crisi aumentati i licenziamenti o accordi consensuali spintanei
•    Se prima un 30% usciva per licenziamento e un 70% per scelta
•    Oggi un 60% esce per licenziamento e un 40% per scelta
•    È molto più difficile di pochi anni fa ritrovare incarichi anche temporanei e flessibili

 

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